Dai robot-aspirapolvere che puliscono da soli la casa, agli assistenti virtuali in grado di organizzare la nostra giornata, sino ad arrivare alle self driving cars che nel giro di qualche anno circoleranno per le strade della città.
L’intelligenza artificiale è pronta a trasformare il nostro modo di vivere e di lavorare perché è in grado di rendere i nostri dispositivi tecnologici sempre più autonomi, tanto da capire come portare avanti da soli uno specifico compito. Ma il prossimo passaggio importante sarà quello di rendere anche le reti sottostanti il mondo di internet e dei dispositivi, in grado di apprendere in maniera autonoma.
Parliamo, per essere precisi, del Network fatto da Router, Server, Switch, cioè di quegli apparati in grado di trasmettere ed elaborare le infinite informazioni che viaggiano su Internet.
Alcune tra le più importanti compagnie che operano nel settore delle TLC, si stanno muovendo infatti proprio in questa direzione.
Ad esempio, l’americana Cisco ha lanciato la “Intent based Network” una next generation in fatto di rete capaci di apprendere in maniera autonoma il miglior modo per gestire il flusso dei dati.
Il secondo colosso statunitense, Juniper ha risposto con il progetto “Self Driving Network”, che punta a trasformare in maniera innovativa il funzionamento delle reti. Lo ha spiegato in un intervista alla Stampa, Kireeti Kompella, senior vice-president e CTO di Juniper,” Il nostro obiettivo non è rendere autonoma qualche parte del network, ma fare in modo che sia in grado di gestirsi integralmente da solo”
L’ultimo passo che manca è il completamento dello studio sul Machine learning applicato ai Network, come conferma lo stesso Kompella “Questa tecnologia sta facendo passi da gigante per quanto riguarda il riconoscimento vocale o delle immagini e in molti altri campi, ma per quanto riguarda le reti siamo ancora agli inizi”.
Ci vorranno almeno cinque anni prima che le Reti saranno in grado di configurarsi in maniera autonoma, ma a quel punto sarà possibile anticipare i problemi e prevenirli.
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Ovviamente, come riporta l’articolo, rimane sempre alto l’alert sull’attenzione sugli aspetti Etici che occorre porre quando si rende un dispositivo o una rete “autonoma”, perché come spiega Kompella “Ogni volta che aumentiamo la loro autonomia, riduciamo la nostra e perdiamo il controllo sui dettagli. Nel mondo della tecnologia c’è la cattiva abitudine di progredire a passo spedito senza fermarsi più di tanto a riflettere sulle conseguenze”.
Al primo posto delle conseguenze possibili, troviamo sicuramente la possibile perdita dei posti di lavoro, anche se pure in questi casi una delle teorie in discussione spiega che in realtà cambieranno solo le competenze dei tecnici che invece saranno liberati dei lavori ripetitivi.
Anche se con un occhio puntato ai fattori etici ed occupazionali, gli investimenti sull’IA si sono triplicati in soli tre anni, arrivando alla cifra notevole di 39 miliardi di dollari. In questo mercato sono gli Stati Uniti e la Cina a farla da padroni. Le aziende made in USA contano infatti per il 66% del mercato, mentre la Cina per il 17%, gli altri Paesi sono invece molto più indietro.
Tutto questo perché se è vero che da una parte l’IA è in grado di automatizzare tutte le attività manuali, è anche vero che le piattaforme di IA riescono ad analizzare velocemente una grandissima mole di informazioni che nessuna mente umana sarebbe in grado di gestire.
Nel campo della formazione le tecniche di analisi automatica dei testi hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni e possono essere utilizzati, ad esempio, per velocizzare e raffinare l’analisi dei questionari di gradimento distribuiti ai partecipanti ai corsi; cosi come per controllare la qualità e l’originalità del materiale didattico predisposto dai formatori.
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