Si è trattato molto probabilmente di un errore nella programmazione, ma quello che è accaduto ha dell’incredibile.
Si tratta di due robot, che invece che dialogare in inglese come da programma, hanno cominciato a scambiarsi informazioni in una lingua incomprensibile all’uomo, completamente inventata da loro.
Una circostanza che anche se non deve far gridare a scenari fantascientifici in cui il robot è senza il controllo umano di certo è un fatto allarmante che ha sicuramente destato perplessità anche sugli scienziati del più grande social del mondo c(Il FAIR , il laboratorio di ricerca sull’Intelligenza artificiale), che infatti hanno deciso di sospendere per il momento il progetto ufficialmente perché con un linguaggio non comprensibile all’uomo risulterebbe poco efficace il supporto pratico di un robot.
Ha smorzato subito le polemiche in un post uno dei ricercatori di Facebook Dhuv Batra: “Se l’idea che delle macchine possano inventare una loro lingua può sembrare allarmante per chi non è addetto ai lavoriè una circostanza già osservata in passato negli studi sull’intelligenza artificiale”.
E’ da oltre sei mesi che gli specialisti di Facebook stanno realizzando una serie di esperimenti sull’intelligenza artificiale, dai quali è nata questa strana vicenda tra Bob e Alice (cosi si chiamano i due robot).
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Queste chatbot, definite «dialog agents» cioè agenti dialogatori, sono state lasciate libere di conversare in lingua inglese nel tentativo di rafforzare le proprie abilità comunicative, scambiandosi informazioni con l’obiettivo di contrattare tra loro una serie di oggetti da dividersi tra cui due libri, tre palloni da basket e un cappello da cowboy. A poco a poco, hanno abbandonato le regole grammaticali e sintattiche impostate dai programmatori modificando l’inglese fino a creare qualcosa di nuovo.
Secondo l’esperto di robotica Kevin Warwick, intervistato dal Sun, “Questo esperimento rappresenta una pietra miliare per la scienza ma chi dice che non costituisce un pericolo nasconde la testa sotto la sabbia“. Secondo il docente, il pericolo c’è e non è da sottovalutare, soprattutto se una situazione del genere si verificasse con robot utilizzati in altri campi di applicazioni come quello militare. Secondo Warwick, la possibilità quindi che due macchine possano entrare in contatto con loro bypassando i controlli dell’uomo potrebbe creare un futuro problema da affrontare.
Va sicuramente preso il fatto positivo, infatti da un punto di vista scientifico, quella tra Alice e Bob, i due simpatici robot è la prima conversazione registrata tra due impianti artificiali della storia.
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