Oggi, 10 aprile, si svolge a Roma un convegno organizzato dallo Snals dal titolo “Dalla transizione digitale all’intelligenza artificiale nel sistema di istruzione e nella ricerca. Visioni, obiettivi, processi, attese“. Presente, tra gli altri, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
“La burocrazia non si alleggerisce, nonostante la digitalizzazione. Esempio pratico di un ritardo è stato il contratto collettivo nazionale. Il contratto deve essere contemporaneo alla trasformazione. Chiediamo al Governo di partire con l’atto di indirizzo per il prossimo contratto, per il triennio che scade a dicembre 2024. L’augurio è quello di aprire percorsi di fattiva collaborazione”, queste le parole introduttive di Elvira Serafini, segretaria generale Snals.
Ecco le parole del capo del dicastero di Viale Trastevere: “In merito all’atto di indirizzo vi dico che vogliamo eliminare il docente incentivato. La Commissione Europea ci ha dato ampi margini, ormai è pronto. Vogliamo valorizzare invece quelle figure che abbiamo introdotto, il docente tutor e orientatore”.
“L’intelligenza artificiale fa ormai parte delle nostre vite. La nostra Costituzione mette al centro la persona. La scuola deve essere al servizio della persona. L’intelligenza artificiale deve essere pure al servizio della persona. Non è un caso che abbiamo investito sulla digitalizzazione delle scuole. Tutto questo deve essere inserito in un processo strategico. L’intelligenza artificiale può servire alla personalizzazione della didattica, può consentire allo studente di verificare i propri risultati”.
“L’intelligenza artificiale può essere utile per l’inclusione. Ma ci deve essere sempre il docente al centro, non si deve perdere l’umanizzazione e il rapporto tra docente e alunno. Gli strumenti devono potenziare, sono al servizio dell’uomo. Bisogna dare autorevolezza al docente e la sua autorità, anche grazie alle tecnologie. Il cellulare in classe non deve essere usato per scopi che non siano didattici. Un conto è il tablet e uno il cellulare, un bimbo di sei anni non può stare sempre al cellulare”.
“La società è degradata. Quando vedo dei ragazzini che picchiano un anziano che li ha rimproverati penso che dalla scuola deve ripartire un messaggio forte. Sono il primo ministro ad aver messo in primo piano il principio dell’autorità, che non c’entra nulla con l’autoritarismo. La scuola insegna che ci sono anche i doveri, perché senza di essi non ci sarebbero i diritti e ci sarebbe l’anarchia. Chi rompe paga, i danni degli studenti alle scuole li paghiamo noi”.
“Meno abituiamo i ragazzi all’uso del cellulare meglio è, si creano dipendenze dagli strumenti. Il danni del cellulare sono notevoli. Non pensiamo di cancellare carta e penna, altrimenti abbiamo dei ragazzi che scrivono in stampatello anche dopo la scuola dell’obbligo perché non sanno scrivere in corsivo”.
“Sul tema della cybersicurezza, la rete e i social sono pericolosi. Vi chiedo di aiutarci a migliorare la piattaforma UNICA, la risposta dei genitori è stata positiva. Stiamo lavorando per velocizzare le modalità di pagamento per le famiglie. Abbiamo ridotto del 35% il tempo speso online per i candidati alle immissioni in ruolo, ad esempio”.
“Sulle materie Stem, dico che sono importanti per colmare i divari e per lo sviluppo del Paese. Le linee guida vogliono esaltare il pragmatismo per far avvicinare tutti ad esse, partendo dalla realtà per arrivare alla teoria. Ho inserito il rafforzamento della matematica in Agenda Sud. Gli alunni stranieri hanno risultati negativi in italiano e matematica: se vogliamo il loro bene dobbiamo potenziare l’insegnamento per loro di italiano e matematica perché nelle altre materie non ci sono significative differenze”.
“Voglio concludere con la parola ‘insieme’. Giro molto le scuole perché voglio ascoltare la voce di chi vi lavora per poter decidere”.
Ecco le parole di Cristina Grieco, presidente Indire: “Non possiamo permetterci di stare fermi. Indire lavora a fianco del Ministero. Cosa si può dire sullo stato dell’arte? A livello micro, della classe, si sta ragionando su tante proposte a livello di strumenti e tools in merito a intelligenza artificiale e dati. Importante è anche capire le conoscenze da avere. Il livello meso è quello scuola, che ci interessa come accompagnamento. Pensiamo al livello organizzativo e didattico. Il livello macro è quello del decisore politico. Il timore che l’intelligenza artificiale possa sostituire la figura del docente è infondato. Bisogna sicuramente avere consapevolezza: il docente non sarà sostituito ma avrà un altro ruolo. Passerà da guardiano a coreografo dell’apprendimento”.
“Abbiamo individuato venti azioni, tra cui una nuova piattaforma tra scuola e famiglie, l’uso integrato di Spid e Cie, misure per la velocizzazione dell’avvio dell’anno scolastico, uso di firma elettronica avanzata. L’innovazione deve semplificare, questa è la parola d’ordine. Non basta sostituire il cartaceo con il digitale, occorre una trasformazione digitale e il cambiamento dell’organizzazione”, queste le parole di Jacopo Greco, capo dipartimento per le risorse umane del ministero dell’Istruzione e del Merito.
È partito il 21 scorso alle 15,10 da Torino Porta Nuova il "Sicilia Express", il…
Una aspirante partecipante al concorso ordinario PNRR 2024 della scuola primaria e infanzia, ci chiede…
Il 19 dicembre 2024 segna un passo decisivo per l’organizzazione del concorso docenti. Con una…
Una docente precaria con un contratto a tempo determinato da parte del dirigente scolastico fino…
Finita la scuola, a giugno, molte famiglie potrebbero essere in diffcoltà perchè non avranno la…
La grammatica valenziale insegna a comprendere la struttura della frase ragionando sui legami tra parole,…