L’intelligenza artificiale sta entrando sempre più in tutte le attività del quotidiano e sta cambiando pesantemente il mondo del lavoro. Anche la scuola non è avulsa dall’enorme impatto che sta avendo l’introduzione dell’IA nella didattica tradizionale.
Grazie a strumenti sempre più sofisticati e accessibili, l’IA sta cambiando, infatti, il modo con cui gli studenti possono apprendere e risolvere problemi.
È la domanda cruciale. Come afferma il portale Casco Learning da un lato c’è chi solleva dubbi legittimi: l’IA può spegnere la creatività? Sostituisce il pensiero critico con risposte preconfezionate? Dall’altro, c’è chi intravede opportunità: progettare lezioni personalizzate, liberarsi di certi “lavoracci” burocratici, disporre di una miniera di spunti per le spiegazioni in classe. In fondo, l’obiettivo di ogni insegnante rimane lo stesso di sempre: aiutare gli studenti a crescere e a farsi domande – con o senza tecnologia.
Proprio per andare al nocciolo della questione e capire come l’IA si stia insinuando (o meno) tra i banchi di scuola, Tecnica della Scuola e il gruppo di ricerca Paths di INDIRE hanno messo in piedi un questionario interamente dedicato a voi docenti. È la prima indagine in Italia che prova a misurare sul campo l’impatto dell’IA nella didattica, senza filtri.
Compilare il questionario significa: raccontare la vostra esperienza, le vostre speranze, i timori e le scoperte di tutti i giorni. Perché è inutile parlare di innovazione se non ascoltiamo chi insegna davvero.
Il questionario – che chiuderà il 16 febbraio 2025 – mira a raccogliere dati concreti e aggiornati: quanto e come l’IA viene integrata nelle lezioni, se dà una mano a chi deve impostare un’attività didattica, se offre spunti per la preparazione dei materiali, o se invece rimane uno strumento guardato con sospetto. Perché sì, in molti istituti l’IA fa ancora un po’ paura.
I risultati, che verranno condivisi sul portale di Tecnica della Scuola e sul sito di Indire, serviranno a mappare il rapporto “scuola-IA” e a capire meglio quanto siamo pronti a un cambiamento che, ormai, è già in corso.
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