Le aziende chiedono alla scuola di insegnare ai giovani l’utilizzo corretto dell’intelligenza artificiale: l’esigenza arriva dal presidente di Confartigianato, Marco Granelli, intervenuto il 25 maggio a Chieti durante un convegno sulla “sfida dell’Intelligenza Artificiale”.
L’alto rappresentante di Confartigianato ha raccontato che sono 125mila le micro e piccole imprese che hanno già varcato le frontiere dell’intelligenza artificiale, su un totale di 134mila imprese italiane pioniere di questo genere di tecnologia. Solo che lo sviluppo della transizione digitale di queste imprese è frenata dalla difficoltà di trovare personale qualificato.
I numeri sono evidenti: su 449mila lavoratori con elevate e-skill 4.0 richiesti dalle aziende, oltre la metà 246mila, quasi il 55%, non hanno quel genere di competenze.
Al convegno, finalizzato a celebrare il 70° anniversario della Confartigianato territoriale, oltre a Granelli hanno partecipato il sottosegretario al ministero delle Imprese e del Made in Italy, Fausta Bergamotto, e l’assessore alle Attività produttive della Regione Abruzzo, Tiziana Magnacca.
“L’intelligenza artificiale – ha sottolineato Granelli – è un mezzo, non è il fine. Non va temuta, ma governata da un’altra IA, l’Intelligenza Artigiana, per farne uno strumento capace di esaltare la creatività e le competenze, ineguagliabili, dei nostri imprenditori”.
“Ma la scarsità di manodopera con competenze digitali – ha aggiunto il presidente di Confartigianato – è un’emergenza da affrontare subito con un’adeguata politica formativa”. Una politica che, evidentemente, deve prima di tutto abbracciare il corpo insegnante, il quale dovrà necessariamente essere coinvolto in corsi professionali di aggiornamento.
“Altrimenti – ha continuato Granelli – rischiamo di subire soltanto i rischi dell’impatto dell’intelligenza artificiale sul mercato del lavoro, senza riuscire a coglierne le opportunità di nuova occupazione”.
Il presidente di Confartigianato ha concluso il suo intervento chiedendo di “cambiare e migliorare il rapporto tra il mondo della scuola e quello del lavoro, rilanciando l’istruzione tecnica e professionale, investendo sulle competenze, a cominciare dall’alternanza scuola lavoro e dall’apprendistato duale e professionalizzante”.
La richiesta delle aziende, comunque, poggia su buoni presupposti: la maggior parte dei giovani, infatti, ha molta dimestichezza con le nuove tenologie telematiche. Inoltre, la grande maggioranza, tre studenti su quattro, utilizza periodicamente ChatGpt e l’Intelligenza artificiale per realizzare i compiti di scuola.
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