Quali saranno gli effetti dell’introduzione dell’intelligenza artificiale a scuola? Ancora non possiamo saperlo, visto che siamo nel bel mezzo di una vera e propria rivoluzione di cui non conosciamo esattamente gli esiti. Ma cosa ne pensano gli studenti?
Il 27% degli studenti ha spiegato che preferisce non utilizzarla, il 34% ha risposto “non lo so, non l’ho mai usata per svolgere i compiti ma sono incuriosito dalle sue applicazioni”. Alla domanda se l’intelligenza artificiale valorizza la professione del docente, il 35% ha risposto “sì, potrebbe essere molto d’aiuto per favorire l’attenzione in classe”, il 34% “non credo, penso che potrebbe sostituire il docente in modo improprio” e il 43% “non saprei, potrebbe creare distanza nel rapporto tra docente e alunno 42.99%”.
Il 53% si ritiene “affascinato dalle opportunità di un nuovo modo scientifico e obiettivo di organizzare la didattica”, il 39% ha detto “preferirei che vi fosse sempre una supervisione dall’insegnante” e il 17% “non gradirei affatto di essere conosciuto e analizzato da una macchina”. Questo quanto emerso da un sondaggio a risposte multiple sull’intelligenza artificiale condotto su un campione di 1.100 studenti nelle due sedi dell’Istituto Freud di Milano, come riporta Ansa.
E ChatGpt? Gli studenti conoscono ChatGpt (per il 44%) ma non la usano con frequenza (42%), ritengono possa sveltire e aiutare nelle attività (45%), ma che potrebbe creare distanza nel rapporto tra docente e alunno (43%).
Infine riguardo al mondo del lavoro per il 51% degli studenti è “molto utile, potrebbe aiutare le grandi aziende e il personale ad automatizzare procedure”, per il 40% “può sviluppare nuove prospettive di business e favorire l’innovazione”. Sull’occupazione, però, per il 47% “potrebbe essere utile, ma non deve sostituire la persona fisica e togliere posti di lavoro”, per il 38% la paura è che “non sia abbastanza sicura ed affidabile e possa creare disinformazione” e per il 47% che “venga utilizzata troppo e possa sminuire il valore della persona umana”.
“I giovani non sono spaventati dall’ingresso della Ia nella vita quotidiana, anzi pensano che possa ulteriormente migliorarla, e ne sono affascinati ma non vorrebbero che venisse sminuito il valore umano”, spiega il direttore della scuola Daniele Nappo.
Come abbiamo scritto attraverso l’Unesco, le Nazioni Unite hanno chiesto regole severe sull’uso di strumenti di intelligenza artificiale come ChatGpt nelle scuole, inclusi limiti di età per l’utilizzo.
“In una nuova guida per i governi – scrive l’Ansa – l’organismo educativo delle Nazioni Unite avverte che le autorità pubbliche non sono pronte ad affrontare le questioni etiche legate all’introduzione di programmi di IA nelle aule”.
“L’intelligenza artificiale generativa può rappresentare un’enorme opportunità per lo sviluppo umano, ma può anche causare danni e pregiudizi – afferma Audrey Azoulay dell’Unesco – Non può essere integrata nell’istruzione senza l’impegno pubblico e le necessarie garanzie e normative da parte dei governi”. “I programmi di intelligenza artificiale generativa sono esplosi alla fine dello scorso anno con ChatGpt che ha dimostrato la capacità di generare saggi, poesie e conversazioni con input e suggerimenti anche brevi. Molti però si sono posti fin da subito dubbi molto radicali”.
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