Isolamento sociale, perdita dei contatti reali, allucinazioni, insonnia, fino alla vera patologia psichiatrica. Questi i sintomi della dipendenza da internet, che colpisce chi, da un semplice passatempo o strumento di lavoro, trasforma il web in una vera mania. Come è successo a un giovane americano divenuto improvvisamente celebre in tutto il mondo per un video e per causa del quale passava intere giornate a controllarsi l’account scodandosi di mangiare, di dormire, parlare con amici per sette giorni di fila. All’ottavo giorno ha spento il computer ed è uscito da casa sua completamente nudo, blaterando frasi contro il diavolo. Al giovane americano è stata diagnosticata una “psicosi reattiva” e da allora è in cura in ospedale.
Quello del giovane americano non è un caso isolato. Lui si è ammalato per l’improvvisa popolarità, ma la sua patologia potrebbe colpire chiunque faccia un eccessivo uso della rete. In alcuni Stati, come Cina, Taiwan e Corea hanno accettato ufficialmente l’esistenza della diagnosi e iniziato a trattare la dipendenza da web come un problema nazionale. In questi Paesi dieci milioni di persone, e il 30% degli adolescenti, ne soffre: non riescono a smettere di giocare online, a staccarsi dalla realtà virtuale e dai social media.
Dall’Asia, le cronache dei giornali riferiscono di una coppia che ha trascurato il figlio, fino a farlo morire di fame, per prendersi cura di un figlio virtuale. Un uomo ha ucciso la madre perché lei gli ha chiesto di non usare più il computer. Non sono casi isolati. A Taiwan si parla di “dipendenza da Facebook”; un team di medici ha identificato la dipendenza da Iphone. E anche negli Stati Uniti, uno studio di Larry Rosen, IDisorder, mostra che su un campione rappresentativo di 750 persone, eccetto gli ultracinquantenni, tutti controllano messaggi, mail, social network ogni 15 minuti.
In Italia oltre una famiglia su due ha un computer in casa e quasi metà ha la connessione alla banda larga; la percentuale dei connessi aumenta all’84,4% se in casa vive un teenager (dati Istat 2011). E di questi teenager, molti sono a rischio dipendenza, per giochi online, accesso sui social media e uso della rete in generale. A Roma già esiste un centro che cura “i drogati da web” in un ambulatorio del Policlinico Gemelli. Dal 2009, ne sono stati curati oltre trecento e il centro, ha spiegato lo psichiatra che cura i giovani, “è diventato l’ultimo appiglio per uscire dalla rete”. Già nel 2011, un’indagine di Eurispes e Telefono Azzurro avevano lanciato l’allarme sulla dipendenza dalla rete: la metà degli adolescenti intervistati, rischia di diventare “drogata di web”: la vita reale, quando si è connessi, sparisce. Ma la malattia può colpire anche gli adulti, con siti porno e siti su cui può giocare a poker. Si può arrivare anche a perdere il lavoro e le relazioni sociali. (Rai1)
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