Si parla tanto di computer ed internet e piano digitale, ma perché le le scuole italiane non sono dotate di Wi-Fi? Perché spesso lo sovvenzionano le famiglie?
La domanda è stata rivolta alla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, nel corso della trasmissione “Un Giorno da Pecora”, andata in onda il 16 marzo.
“Stiamo spingendo su questo, e sulla capacità di utilizzare il digitale. Abbiamo già iniziato, il governo Renzi ha fatto 1,5 miliardi di investimenti su questo”, ha risposto la responsabile del Miur.
Intanto, però cresce il numero di studenti che la connessione al web se la “procurano” da soli, attraverso il proprio telefono cellulare o smartphone.
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Fedeli lascia aperto uno spiraglio, ma davvero piccolo. Sul cellulare a scuola “non ho ancora deciso, anche perché non è un tema che si pone, perché c’è l’autonomia scolastica. Penso però che si debba sempre più utilizzare gli strumenti che ci sono in classe, ma per apprendere, non per semplificare le conoscenze”.
Gli si fa notare che alcune scuole fanno lasciare agli studenti i cellulari in una scatola all’ingresso: Fedeli dice che fanno bene, perché i docenti “si vede che valutano che con i cellulari c’è troppa distrazione”.
E durante i compiti in classe si dovrebbero tenere? “Quello non va bene. I ragazzi devono imparare sempre di più a leggere, fare i riassunti ed esprimersi. Durante i compiti in classe non bisognerebbe tenerli”.