Internet: in Italia ancora poco usato per lo studio
Ancora una conferma sulla ritrosità dei nostri studenti ad utilizzare internet da casa come strumento di conoscenza e approfondimento delle informazioni: stavolta a sostenerlo è uno studio dell’Eurobarometro – lo strumento di cui si è dotata la Commissione Europea per realizzare sondaggi mirati a conoscere e comprendere gli atteggiamenti dei cittadini europei – che ha focalizzato le abitudini di due gruppi di alunni tra 9 e 10 anni e tra i 12 e 14 anni appartenenti ai 27 paesi membri. Implacabile il giudizio sul nostro paese: internet verrebbe utilizzato dalla maggior parte dei giovani italiani quasi solo per comunicare, per il gioco ed in generale per contenuti di carattere ludico. Sintomatiche sarebbero le risposte date da una nutrita fetta dei nostri ragazzi di 9-10 anni: hanno ammesso che si collegano a internet da casa diverse volte a settimana, ma con il primario scopo di conoscere le novità sulla propria squadra di calcio. Ma ad unire tutte le fasce d’età e i due sessi sarebbero i programmi di messaggeria istantanea: la comunicazione in tempo reale sarebbe così la vera ‘miccia’ che fa accendere la passione per il computer collegato alla rete.
Secondo la Commissione Europea la scarsa propensione all’uso didattico del mezzo tra le mura domestiche deriverebbe però non solo da una modesta propensione culturale per le nuove tecnologie, probabilmente indotta da una classe insegnante mediamente più ‘vecchia’ rispetto agli altri paesi dell’Ue, ma anche da una mancata cultura per l’utilizzo dei computer a scuola. “Mentre gli alunni che frequentano la scuola media hanno la possibilità di usare il Pc e hanno lezioni sui fondamenti per l’uso del Pc – scrivono i ricercatori dell’Eurobarometro – quelli che frequentano le scuole secondarie non hanno gli stessi mezzi. In alcune scuole i Pc non sono disponibili o i programmi di insegnamento non prevedono regolari lezioni sul loro utilizzo”. Emblematiche alcune interviste riportate nel rapporto: “il nostro insegnante di informatica – avrebbe ammesso un alunno – è strano. Quando ha qualcosa da fare ci lascia navigare su Internet e abbandona la classe”. L’abitudine a collegarsi alla rete è quindi quasi sempre delegata alle famiglie che spesso non riescono a filtrare le informazioni adatte ad un ragazzo da quelle diseducative.
Il sondaggio dell’Eurobarometro, che dal 1973 analizza l’evoluzione della pubblica opinione negli Stati membri, rappresenta la conferma di un fenomeno già appurato da qualche anno: un sondaggio realizzato nel 2006 da un consorzio di istituti europei, di cui fa parte anche l’Università Cattolica di Milano, rilevò che appena il 7% dei ragazzi italiani si connette ad internet da scuola. E ciò malgrado ormai la metà degli adolescenti usi con costanza il web. L’indagine riguardò oltre 7.000 adolescenti europei tra i 12 e i 18 anni: anche in questa ricerca emergevano problemi strutturali della nostra scuola e una non ancora adeguata preparazione informatica da parte degli insegnanti: “in Italia – spiegava il rapporto del consorzio Ue – ancora molte scuole non sono neanche provviste di un collegamento. Il problema riguarda la possibilità di creare un sistema per fare acquisire ai docenti nuove competenze e diffondere buone pratiche a scuola”. Secondo il sondaggio una grossa fetta di colpa dello scarso utilizzo di internet da scuola sarebbe proprio dei professori: “sembrano – si legge nelle conclusioni dello studio – in genere troppo occupati anche solo per parlarne”.