Oggi i ragazzi sono sempre più connessi in Rete, spesso anche più dei genitori, che a loro volta non sono più preoccupati dall’utilizzo dei social.
A confermarlo è stato l’osservatorio MyEdu sulla didattica digitale, l’appuntamento annuale con l’indagine condotta da FME Education, nell’ambito del progetto MyEdu School, che ha l’obiettivo di indagare il rapporto di genitori e ragazzi con il mondo di internet e del digitale, sempre più connesso a quello reale.
L’indagine è stata effettuata su un campione di 9.000 genitori di studenti delle scuole dell’obbligo italiane nel periodo da settembre 2017 a giugno 2018.
Partiamo dal quadro che emerge dai genitori: se da una parte il 75% di papà e mamma sono “always on”, cioè sempre connessi, il dato che stona è quello che vede il 5% che si connette ad internet solo qualche volta al mese.
Il tema della sicurezza offre un quadro decisamente eterogeneo.
Se troviamo che il 72% dei genitori accompagna e guida i figli nella navigazione su internet, il 47% dei ragazzi in età scolare accede ai contenuti web (video, giochi ecc.)in maniera del tutto autonoma come se questo fatto costituisse meno “pericolo” rispetto alla mera navigazione. Una libertà che diventa sempre più estesa in termini di percentuale con il crescere dell’età del bambino.
La preoccupazione dei genitori, rileva l’indagine, non è più riversata su Fake news (solo l’8%) e sui social, ma sulla possibilità che il minore possa entrare in contatto con dei contenuti non adatti alla loro età e in misura ancora maggiore che possano entrare in contatto con “malintenzionati”.
Un dato che sorprende positivamente è l’idea di utilità didattica dei genitori offerta dagli strumenti digitali e da internet, cioè la tendenza dei genitori a sfruttare il web in maniera intelligente cercando di utilizzare sempre più spesso le risorse educative che questo offre.
La disciplina per la quale papà e mamma chiedono più aiuto alla tecnologia è l’inglese! 4 genitori su 10 ritengono infatti, che i propri figli abbiano bisogno di maggior supporto nello studio della lingua inglese, mentre la matematica si posiziona seconda con il 29% delle richieste e l’italiano sale sul terzo gradino del podio con il 27%.
Digitale che viene utilizzato come supporto all’educazione dei propri figli nel 50% dei casi per 3 giorni al mese, mentre il 4% dichiara di svolgere attività didattiche online con i propri figli addirittura tutti i giorni, mentre il 33% più volte alla settimana.
Non a caso alla domanda posta durante la rilevazione “Che cosa vi potrebbe essere utile per seguirli al meglio nello studio?” la risposta fornita è sorprendentemente tutta tecnologica: sul gradino più alto del podio troviamo un portale on line con attività interattive e video lezioni (34%), mentre le app didattiche si posizionano al secondo posto con il 25% delle preferenze; in terza posizione un ambiente chiuso e protetto (21%) dove i ragazzi possano navigare in sicurezza.
A seguire un sistema per monitorare le attività svolte e i traguardi raggiunti (14%); molto più bassi i voti per l’educatore di supporto, che guadagna solo il 6% delle preferenze.
Un fatto è sicuramente innegabile: ormai senza internet nessuno fa più nulla. E per i nostri bambini “nativi digitali”, questo significa che è il loro pane quotidiano e deve essere obiettivo comune di chi ne ha le responsabilità educative (scuola, famiglia, Istituzioni) trovare la strada migliore del suo utilizzo.
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