I deputati M5S, Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari Costituzionali, e Vittoria Casa, presidente della commissione Cultura, hanno presentato un’interrogazione, sottoscritta anche dai deputati Baldino, De Carlo, Dieni, Tripodi e Vacca, a risposta immediata al Ministro dell’Interno, in commissione Affari Costituzionali, relativamente alla ormai stabile consuetudine di allestire i seggi elettorali nelle scuole.
Il Ministero, secondo quanto ci comunicano, risponderà all’interrogazione nella seduta di domani, mercoledì 10 marzo, alle ore 13,45.
In modo particolare i due esponenti del M5S puntano il dito sul rinvio delle elezioni amministrative tra la metà di settembre e la metà di ottobre, per causa della pandemia, e quindi in un momento in cui la scuola ha ripreso le sue attività.
E infatti precisano: “La scelta di rinviare le elezioni in una data tra il 15 settembre e il 15 ottobre non deve ricadere negativamente sulle scuole. Sin dal suo ingresso in Parlamento il MoVimento 5 Stelle chiede che si trovino seggi alternativi alle scuole in modo da non interrompere le lezioni. Oggi l’88% dei seggi si trova all’interno di edifici scolastici e questa situazione è inaccettabile. La pandemia ha finalmente messo a nudo questo problema e ha spinto il Ministero dell’Interno a lavorare a una soluzione. I sindaci hanno già ricevuto le prime istruzioni, ma bisogna fare di più per ridurre al minimo il disagio per insegnanti, alunni e famiglie.”
“L’anno scorso, in occasione del referendum che si è tenuto il 20 e 21 settembre, si è ottenuto un primo piccolo risultato. Solo 471 comuni su circa 8mila hanno previsto lo spostamento di 1464 sezioni elettorali, una quota pari a poco più del 2% del totale. Noi ringraziamo i circa 500 sindaci per il loro impegno, ma serve una spinta più forte per abbandonare quest’anacronistica consuetudine. Saranno più di 1200 i comuni coinvolti dalle elezioni amministrative, di cui 6 capoluogo di regione e 14 di provincia, e si voterà in tutti i comuni della Calabria per le elezioni regionali. Chiediamo una soluzione definitiva. Non possono essere sempre le scuole a pagare”.
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