INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE IN COMMISSIONE
BIGNAMI al ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Premesso che:
il diritto allo studio è un principio garantito costituzionalmente. L’art. 3 della Costituzione recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” ed “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana…”. La Costituzione garantisce dunque i principi di uguaglianza formale e sostanziale dei cittadini. L’art. 34 inoltre dispone che la scuola sia aperta a tutti. L’art. 38 dispone che gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale;
la Legge 4 agosto 1977, n. 517, recante “Norme sulla valutazione degli alunni e sull’abolizione degli esami di riparazione nonché altre norme di modifica dell’ordinamento scolastico”, stabilisce con chiarezza presupposti, condizioni, strumenti e finalità per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità;
di fondamentale importanza è la sentenza n. 215 del 1987 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato il diritto pieno e incondizionato degli alunni con disabilità alla frequenza nelle scuole di ogni ordine e grado;
il punto di riferimento normativo dell’integrazione scolastica e sociale delle persone con disabilità è la Legge 5 febbraio 1992, n. 104, “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”;
con la Legge del 3 marzo 2009, n. 18, il Parlamento italiano ha ratificato la convenzione dell’ONU per i diritti delle persone con disabilità;
la Corte Costituzionale con la sentenza n. 80 del 22 febbraio 2010 ha riconosciuto il diritto del disabile all’istruzione come un diritto fondamentale. La sentenza esclude la possibilità di fissare un limite massimo al numero dei posti degli insegnanti di sostegno e consente di assumere insegnanti di sostegno in deroga per gli studenti con disabilità che si trovino in condizione di particolare gravità;
considerato che:
il Presidente del Consiglio in carica ha più volte affermato la centralità dell’istruzione nel suo programma di governo, da ultimo con l’illustrazione in Parlamento dell'”Agenda dei 1000 giorni”; ciononostante le linee guida dal governo sulla scuola contenute nel dossier dal titolo “La buona scuola”, presentato il 3 settembre u.s., affrontano in modo molto superficiale e approssimativo le problematiche relative all’inclusione scolastica e le politiche di sostegno degli alunni con disabilità;
tenuto conto che:
il 31 luglio u.s. la Commissione Istruzione al Senato ha approvato all’unanimità una risoluzione che impegna il governo a risolvere il problema degli insegnanti di sostegno, garantendo la cosiddetta continuità didattica, ovvero la possibilità per i bambini con disabilità più o meno gravi di avere uno stesso insegnante di sostegno durante tutto il ciclo scolastico;
rilevato che:
nell’anno scolastico 2007/2008 gli alunni disabili, secondo il Miur, erano 174.404 e l’organico di sostegno, che comprende sia i docenti di ruolo che i precari, contava 88.441 unità. L’anno scorso gli alunni disabili erano 209.814 e gli insegnanti erano 110.216;
l’associazione “Tutti a scuola” segnala che ogni anno gli alunni disabili sono superiori di migliaia di unità rispetto alle previsioni che il MIUR registra al momento delle iscrizioni; secondo la succitata onlus nellescuole pubbliche sono accolti oltre il 91% degli alunni disabili e gli insegnanti di sostegno nella metà dei casi sono diventati tali perché, in soprannumero nelle proprie discipline, hanno frequentato mini corsi di formazione di poche ore;
ogni anno si registrano ritardi significativi nell’assegnazione delle risorse professionali a supporto degli alunni con disabilità, a discapito delle esigenze effettive degli alunni;
tenuto conto, inoltre, che:
nelle scuole italiane, come denunciato dalla onlus Cittadinanzattiva, sono presenti barriere architettoniche che ostacolano l’accesso dei disabili negli edifici: una scuola su quattro è priva di posti per disabili nel cortile o nel parcheggio interno e quasi una su due non ne ha nemmeno nei pressi dell’edificio. Il 46% degli edifici su più piani dispone di un ascensore, ma questo nel 20% dei casi non funziona e nel 6% non è abbastanza largo da consentire l’ingresso di una carrozzina. Barriere architettoniche sono presenti nel 29% delle aule, nel 21% degli ingressi, nell’11% delle mense e dei cortili. In quasi la metà delle aule non ci sono banchi adatti a uno studente in carrozzina;
si chiede di sapere:
se il ministro in indirizzo ad oggi abbia contezza di quanti siano gli alunni disabili presenti nelle scuole italiane di ogni ordine e grado, di quante siano le ore di sostegno di cui necessitano e quante di queste risultino coperte da insegnanti di sostegno;
se sia in grado di fornire un dettaglio della questione suddiviso per provincia e per regione;
quali misure di sua competenza il ministro intenda assumere al fine di garantire il rispetto del diritto allo studio degli studenti disabili in tutto il territorio nazionale;
quali iniziative di sua competenza intenda intraprendere affinchè nelle scuole la disabilità non sia vista come un impedimento, ma come un insieme di potenzialità dei ragazzi su cui lavorare, eliminando l’impronta assistenzialista della scuola e favorendo quella riabilitativa;
se il ministro in indirizzo non intenda definire meglio i percorsi di formazione e specializzazione degli insegnanti di sostegno e degli educatori;
se non ritenga necessario far sì che i percorsi di formazione degli insegnanti di sostegno e degli educatori siano differenziati in base ai deficit degli alunni, secondo alcune specifiche macroaree come ad esempio: autismo, ritardi mentali, disturbi comportamentali, ciechi, audiolesi, handicap esclusivamente fisici.
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