Continuano il dibattito e le prese di posizione sul “merito a scuola” scaturiti dopo il cambio di denominazione del Ministero di Viale Trastevere in Ministero dell’istruzione e del merito.
Anche il Sisa (Sindacato indipendente scuola e ambiente) interviene con un comunicato in cui si legge: “Mettere la parola merito nel nome del ministero che dovrebbe essere dell’istruzione pubblica, ma che pubblica non è più grazie ai sinistrati che hanno rimosso l’aggettivo più che qualificativo, è una innovazione che resta difficile da intendersi almeno per il momento”. E viene ricordato l’art. 34 della nostra Costituzione: “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze (…)”.
Quindi, prosegue il comunicato, “in pieno accordo con don Lorenzo Milani”, si sarebbero dovuti creare, “proprio per favorire quei meritevoli, spesso economicamente poveri, che avrebbero meritato il sostegno dello Stato, borse di studio, assegni per l’accesso all’università e molto altro. Si è sempre fatto in realtà molto poco, anzi, peggio, si è fatta una selezione censitaria, i ricchi studiano anche se non sono brillanti, i poveri spesso lasciano gli studi e lavorano aiutando la famiglia, alcuni con mille sforzi studiano lavorando”.
Il segretario generale del Sisa, Davide Rossi, che è anche coordinatore nazionale del Centro di formazione e ricerca ‘don Lorenzo Milani’, sottolinea: “la scuola sia seriosamente più severa, ma deve essere anche accogliente, capace di coinvolgere ed entusiasmare i discenti, compito della scuola è costruire i saperi, non selezionare. Tra l’altro selezionare tra chi? Tra i discenti che ci sono rimasti? Ma a Roma in viale Trastevere lo sanno o fanno finta di non sapere che migliaia di ragazzi abbandonano gli studi e finiscono chiusi in casa, alimentando il fenomeno degli ‘hikikomori’, giovani che spariscono dalle scuole e dalla società, nella disperazione loro e delle famiglie? Possiamo dire che un merito sarebbe riportarne a scuola almeno qualcuno e certo non farne scappare molti altri?”.
Tra l’altro se si intende “che i professori saranno più severi – dice Rossi con riferimento a recenti (ma anche meno recenti) fatti di cronaca – la polizia è pronta a scortare tutti i professori che metteranno un 4 e finiranno sotto minaccia da parte di genitori non troppo educativi?”.
Ma il segretario del Sindacato indipendente scuola e ambiente pone un’altra domanda: “Esiste poi un merito sotto i mattoni? Il 50% delle strutture scolastiche sono pericolanti, lo Stato meritevole vorrà meritevolmente mettere mano all’edilizia scolastica? O dovremo ancora assistere ad Ata, docenti e studenti che muoiono tra i banchi?”.
Il comunicato del Sisa si chiude così: “Insomma a parlare e blaterare di merito si fa alla svelta, in realtà i problemi sono tanti e sono seri e varrebbe la pena affrontarli. Attendiamo segni precisi, ve ne è bisogno, fuor di polemica, anche perché non è detto che si riesca a risolverli, tuttavia almeno bisognerebbe provarci”.
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