Il prof interviene energicamente per sedare una rissa fra ragazzini scalmanati, e la preside gli dà un giorno di sospensione. Il giudice del lavoro annulla la sanzione.
Ma resta tanta amarezza. La vicenda prende avvio due anni fa a Vicenza. Durante una gara sportiva dei giochi della gioventù, scoppia una lite fra alunni di opposte tifoserie appartenenti a due diversi plessi dello stesso istituto comprensivo. L’insegnante di sorveglianza interviene energicamente per sedare gli animi esagitati e dividere fisicamente i contendenti, ma si trova in difficoltà. In particolare un ragazzo tredicenne torna alla carica tre-quattro volte insieme ad altri compagni, prendendo di mira con aggressività crescente e insulti lo stesso insegnante, che a questo punto gli assesta uno schiaffo.
La cosa non finisce al campo sportivo. Al momento del ritorno a scuola, il prof è stato affrontato dai genitori dell’alunno schiaffeggiato. L’alterco è finito con un violento pugno in faccia al docente tanto da spaccargli un labbro. Su questo è ancora aperto il processo penale.
Colleghi e altri genitori hanno subito manifestato al docente solidarietà per l’accaduto. La preside però gli ha aperto un procedimento disciplinare perché, sulla base dell’istruttoria da lei condotta, ha ritenuto “censurabile” lo schiaffo assestato durante quei momenti concitati, in quanto eccessivo e non conforme al ruolo educativo ricoperto. Alla fine ha sospeso il docente per un giorno.
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Per essere intervenuto a sedare una mischia fra ragazzini venuti alle mani, il prof, che ha sempre detto di “avere la coscienza a posto”, prima è stato oggetto di parolacce e insulti, poi ha subito una aggressione fisica da parte di un genitore, infine è stato sanzionato dal capo di istituto con la sospensione di un giorno, fissato il 30 di giugno, che suona ulteriormente beffardo.
Inevitabile il ricorso, giunto a conclusione pochi giorni fa. Con sentenza n.175 dell’11 marzo scorso, il giudice del lavoro di Vicenza ha dato ragione al docente, annullando la sanzione con la motivazione che la sua condotta è stata “del tutto proporzionata” e “pienamente giustificabile” nel contesto della lite furibonda. La parte soccombente, cioè il Ministero dell’istruzione, dovrà farsi carico delle spese legali.
Resta però una grande amarezza. In primo luogo da parte dell’insegnante stesso, come è facile immaginare, essendo stato stra-mazziato. In secondo luogo da parte di tutti quei docenti che leggono la vicenda e si chiedono sconcertati: se fosse toccato a me?
L’episodio fa ben capire l’andazzo della scuola ai nostri giorni. Se in casi del genere il dirigente scolastico sanziona il docente anziché manifestargli solidarietà e sostegno, passa il pessimo segnale che conviene non “immischiarsi”, non sentire e non vedere. Se va male, sarà comunque più facile e meno rischioso dimostrare che “non si è potuto impedire il fatto”.
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