Chiaro il messaggio dell’ex rettore del Politecnico di Torino a giovani e politici, riferisce Skuola.net, in particolare, a questi ultimi rivolge un appello affinchè “con serietà in questi ultimi giorni di campagna elettorale ci sia una discussione seria e non di sogni sul tema scuola, università e ricerca”.
Agli studenti, più che un appello, il ministro fa un vero e proprio incitamento alla Steve Jobs: “Cercate durante la scuola di essere interessati e curiosi, solo attraverso la curiosità si può avere una continuità nell’innovazione e poter diventare cittadini del mondo”.
Altrettanto chiare sono le priorità che Profumo ha sul mondo della scuola: edilizia scolastica, programmazione e centralità dello studente. Per quanto riguarda la sicurezza nelle scuole “c’è bisogno di un intervento che parta dall’anagrafe, quindi da una fotografia degli interventi necessari, dai cui vengano definite le priorità congruenti”. Insomma, prima bisogna mettere in sicurezza le scuole, poi bisogna “rimettere la scuola nella condizione di poter funzionare” attraverso “una programmazione per i prossimi cinque anni degli interventi e delle risorse necessarie”.
Infine un pensiero per gli studenti in quanto persone, realizzando attività che “rimettano lo studente al centro del processo scolastico”. Insomma, una scuola aperta h24 ed intesa non solo come centro di formazione, ma anche di aggregazione, è un po’ il sogno che Profumo ha da sempre.
Inoltre, il ministro ha ribadito l’importanza che l’istruzione deve avere per il Paese sottolineando la necessità di investire su questa: “Il Paese ha bisogno di fare un investimento importante, ma programmato nel tempo”. È importante per Profumo ribadire anche il concetto di scuola che formi delle professionalità. Proprio in questo senso, stando alle sue parole: “la proposta di un biennio comune per le superiori e un triennio di indirizzo oggi non corrisponde a un’esigenza del mercato del lavoro, che ha necessità che ci sia una scelta decisa sulla base dell’orientamento tra il percorso liceale e quello di istruzione tecnica professionale. Paesi con economie simili alla nostra hanno percentuali di scelta sulla formazione tecnica professionale intorno al 70%, noi quest’anno per la prima volta siamo arrivati al 52% partendo dal 40% di qualche anno fa”.
Non resta fuori dalle priorità del ministro, l’Università. Infatti, secondo Profumo, esiste la reale necessità che “i corsi di laurea siano chiaramente indirizzati a quelle che saranno le opportunità di lavoro, invece in questi anni ha prevalso la fantasia sulla concretezza”.
Tema importante continua ad essere per tutti quello sui contributi scolastici che molte scuole fanno passare per obbligatori anche essendo questi volontari. Anche su questa problematica il ministro non indugia: “Il contributo scolastico è necessario per il bene della scuola, ma in maniera liberale, senza obbligo, ma con la possibilità di dare un aiuto vero per migliorare la qualità del servizio agli studenti”.
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