Concorso a preside e per docenti, linee di indirizzo, miglioramento della didattica e delle attività extra, attuazione dei decreti della L.107/15, nuove regole per le supplenze.
Sono i punti toccati dalla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, nel corso della seconda parte dell’intervista rilasciata alla Tecnica della Scuola.
Ministra, si parla molto dei dirigenti scolastici. Con il suo approdo al Miur il “vento” è cambiato: da dicembre ha incontrato i rappresentanti dei presidi una mezza dozzina di volte. Anche subito dopo la mobilitazione del 25 maggio è seguito un nuovo lungo incontro. A che punto siamo?
Usciremo nelle prossime settimane con il bando per il nuovo concorso che come tutti sapete è più che mai necessario per abbattere il fenomeno delle reggenze, che è ormai patologico. Non possiamo avere troppe scuole assegnate ad un reggente, soprattutto perché il ruolo della dirigenza è fondamentale in una scuola per il coordinamento del lavoro e per tenere insieme la comunità scolastica. Lei ha detto bene: abbiamo visto le dirigenti e i dirigenti con molta frequenza in questi mesi e voglio dire che non ho incontrato nessuno ‘sceriffo’. Un’espressione infelice che ha accompagnato l’attuazione della Buona Scuola, una sintesi che non ha reso merito al lavoro che fa chi oggi dirige una scuola.
I presidi si lamentano molto anche per i carichi di lavoro che con l’autonomia e la Buona Scuola hanno toccato livelli mai visti prima.
Un lavoro spesso gravoso, carico di responsabilità e che vogliamo migliorare anche intervenendo sul carico burocratico. Su questo abbiamo aperto un tavolo specifico al Ministero che stiamo portando a conclusione. Nel corso del tavolo sono state individuate le prime soluzioni a problematiche indicate dalle scuole che ridurranno il carico amministrativo e faranno aumentare la qualità.
Come valuta i suoi primi 200 giorni al dicastero di Viale Trastevere?
In questi mesi abbiamo lavorato mettendo sempre al centro le studentesse e gli studenti e la qualità del sistema di istruzione, avendo come obiettivo primario, come dichiarato fin dalle Linee programmatiche presentate in Parlamento, un ordinato avvio del prossimo anno scolastico. Perché, indubbiamente, consentire alle nuove generazioni di avere in classe le e gli insegnanti dal primo giorno di scuola e, quindi, procedere negli studi regolarmente, è fondamentale per essere messi nelle condizioni di imparare al meglio. Non a caso abbiamo voluto un cronoprogramma molto serrato di tutte le operazioni di avvio del nuovo anno, che io stessa ho presentato in conferenza stampa il 4 luglio al Miur. Ma non solo.
Quali sono le direttive principali su cui avete operato?
In questi mesi abbiamo operato in una dimensione di confronto e coinvolgimento di tutte le componenti della comunità educante, per dare attuazione e seguito al percorso di riforma del sistema di istruzione e formazione intrapreso con la Buona Scuola. Nella società della conoscenza scuola, università, alta formazione e ricerca sono la risposta più efficace alla crisi. In questi mesi abbiamo fatto scelte precise. Come quella di esercitare le deleghe previste dalla legge 107, che scadevano a gennaio: sono una delle parti più qualificanti della legge e daranno solidità e continuità ai cambiamenti introdotti. Abbiamo poi lavorato per portare avanti il Piano nazionale per l’edilizia scolastica.
Come procede il miglioramento della sicurezza e dell’edilizia dei circa 40mila plessi scolastici sparsi per l’Italia?
Grazie anche alla nuova governance siamo ora in grado – attraverso l’Osservatorio Nazionale e l’Anagrafe, attivati dopo quasi venti anni di attesa – di agire più velocemente, di avere i dati per individuare le priorità e distribuire più rapidamente i finanziamenti, che ammontano, ormai, a oltre 9 miliardi di euro.
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Per il miglioramento della didattica, come vi state muovendo?
Stiamo realizzando interventi mirati per potenziare e portare avanti il Piano Nazionale Scuola Digitale: proprio oggi lanceremo nuovi accordi in un evento a Roma con imprese, Comuni e Regioni in cui ribadiremo che il Piano è fondamentale per l’innovazione del sistema scolastico e del Paese. Stiamo accompagnando l’attuazione dell’alternanza scuola-lavoro, che quest’anno va a regime. Uno strumento importante a disposizione delle giovani e dei giovani per sperimentarsi nel futuro, per orientarsi al meglio. Attraverso un portale dedicato interverremo, come ho più volte annunciato, a partire dal nuovo anno scolastico, per cercare di eliminare le criticità emerse e consentire a studentesse e studenti di segnalarle in modo diretto.
E per le attività a scuola che vanno oltre la mera didattica?
A gennaio abbiamo lanciato un piano in dieci azioni che stanzia 840 milioni di euro del PON per una scuola più aperta, innovativa e inclusiva: bandi che mettono al centro l’ampliamento dell’offerta in orario extrascolastico, anche come risposta alla dispersione e al disagio sociale. Attraverso il dialogo con il Forum delle studentesse e degli studenti e il Forum dei genitori stiamo lavorando per rilanciare l’alleanza educativa, il patto fra scuola e famiglia. C’è già un gruppo di lavoro attivato e farà le sue proposte entro novembre. Grazie alla collaborazione di Enrico Giovannini, Anna Serafini, Marco Rossi Doria, abbiamo istituito tavoli su: sviluppo sostenibile – venerdì presenteremo un piano specifico sulla sostenibilità e sull’attuazione dell’Agenda 2030 nella scuola -, adolescenza, dispersione scolastica.
Fuori gli istituti cosa è previsto?
Il Ministero dell’Istruzione è tornato a lanciare anche dibattiti culturali: penso alle iniziative che abbiamo voluto per esercitare una memoria attiva dopo la scomparsa di Tullio De Mauro, per approfondire Don Milani e far parlare nelle scuole di Grazia Deledda.
Come state tentando di rilanciare l’arte e la musica?
È importante dire che stiamo ridando centralità anche all’Università e all’Afam, l’Alta formazione musicale e coreutica, perché sono i percorsi ai quali volgeranno lo sguardo le ragazze e i ragazzi dopo il diploma. E sono mondi che, insieme alla ricerca, vogliamo connettere maggiormente con la scuola. Ripeto, tutto in una dimensione di confronto e dialogo – anche acceso e franco – con chi la scuola la vive e la fa ogni giorno. E questo credo sia un punto di forza della nostra azione collettiva – non esclusivamente ministeriale – perché ci consente di agire in sinergia a beneficio delle giovani e dei giovani.
L’ultima domanda è sul precariato: con la delega sul nuovo reclutamento della L.107/15, nel 2018 per i docenti in II fascia d’istituto si apre una porta riservata che condurrà alle immissioni in ruolo dopo un periodo di formazione. Possiamo dare per certo che questo nuovo concorso verrà bandito il prossimo anno?
Questo è il nostro obiettivo. Più in generale, voglio assicurare che stiamo lavorando rapidamente all’attuazione dei decreti della Buona Scuola. A breve manderemo al Consiglio superiore della Pubblica istruzione il provvedimento che regola il nuovo modello dell’Esame di Stato della secondaria di I grado. Sempre al Cspi stiamo per mandare la modifica al regolamento per le supplenze per la maggior continuità didattica sul sostegno. Il Cun, Consiglio Universitario Nazionale, ha vagliato il decreto sui 24 crediti formativi universitari necessari alle laureate e ai laureati non abilitati per poter partecipare al prossimo concorso per l’ingresso nella scuola secondaria e procederemo anche su questo.
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