Nell’intervista, il nuovo responsabile del Miur annuncia di volersi impegnare prima di tutto sulla messa in sicurezza degli edifici scolastici, sul diritto allo studio e sulla valorizzazione di docenti e studenti. Spiega che non ha intenzione di riproporre, almeno nel breve periodo, l’estensione a 24 ore di insegnamento settimanale per tutti i prof. E che sul reclutamento occorre dare regole chiare, l’unico modo per ridurre le conflittualità tra le varie tipologie di precari.
Il ministro Carrozza chiarisce, inoltre, perché ha deciso di impegnarsi nell’apertura delle scuole nelle ore pomeridiane: il fine è soprattutto il recupero dei giovani più difficili, i tanti (il 19%) che lasciano la scuola con precocità per andare a vivere quasi sempre nel vuoto e nella noia. Secondo il Ministro la scuola allargata è in grado di prendere il posto di quella “piazza” aggregatrice che ha tanto funzionato dall’antichità sono all’avvento di internet.
Conferma, poi, che a distanza di sei anni dall’ultima pubblicazione, voluta dall’allora Ministro Fioroni, realizzerà un altro libro bianco sull’istruzione.
Non poteva mancare il riferimento alle università, il “terreno” che la Carrozza conosce meglio. Ci dice che gli atenei del futuro dovranno avere sempre maggiore autonomia, ma nello stesso tempo sottoporsi alle valutazioni standard e alle revisioni dei fondi messi a loro disposizione. E quando si parla di ricercatori che gli si illuminano gli occhi: il segreto, per far diventare gli scienziati parte attiva del sistema, è liberarli delle zavorre delle pubblicazioni a tutti i costi.