Sono ancora tanti i disagi da affrontare per i docenti precari della scuola: ne sanno qualcosa quelli del Lazio e della Capitale, dove quest’anno le supplenze sono stato ancora più contrassegnate che in passato da errori, proteste e ricorsi. Inoltre, la scuola è iniziata da un mese ma mancano ancora all’appello 3 mila docenti, tanto che diverse scuole romane continuano a mantenere l’orario provvisorio delle lezioni. A rendere la situazione ancora più caotica è l’incertezza delle graduatorie, che continuano a mutare per via dei reclami continui. Su questo argomento, La Tecnica della Scuola ha intervistato una maestra della primaria neo laureata, vittima, assieme ad un gruppo di colleghe, delle disfunzioni generate dall’algoritmo informatico che gestisce le liste di attesa dei supplenti: con l’inserimento nella prima fascia Gps, subito dopo la laurea conseguita, invece di essere inquadrate con un punteggio maggiore, sono letteralmente sparite delle graduatorie d’istituto.
“Siamo entrate nella prima fascia Gps ma non risultiamo più in graduatoria d’Istituto, così le nostre colleghe non laureate lavorano al posto nostro. Forse è un errore dell’algoritmo dell’amministrazione per il cambio di fascia, ma nessuno ci dà una risposta. Ora siamo costrette a sperare nelle Mad”, ci ha raccontato una delle maestre precarie, durante l’intervista che ci ha concesso preferendo mantenere l’anonimato.
“La cosa ancora più grave di questa mancanza – ha sottolineato l’aspirante maestra – è che molte insegnanti che non sono ancora laureati o che stanno per laurearsi” lavorano “al nostro posto”.
Su questi errori da parte delle istituzioni, ha continuato la supplente, “non c’è stata ancora nessuna risposta: sia l’ufficio regionale che il Ministero non hanno saputo dare una spiegazione”.
Le docenti riconducono la loro esclusione della graduatorie d’Istituto ad un bug dell’algoritmo informatico che gestisce automaticamente il sistema collegato agli istituti scolastici coinvolti: “evidentemente c’è stato un problema” nel sistema, dice la maestra, anche se “non so niente di tecnicismi e di quanto sia accaduto”.
Fatto sta che invece di salire di fascia e di punteggio all’interno delle graduatorie d’istituto, nelle varie scuole scelte dalle docenti, sono scomparse.
L’unica cosa certa, dice la precaria, è che “non risultiamo nell’elenco” degli istituti, “ma solo nelle Gps”.
Così, al momento queste docenti risultano disoccupate. Al massimo lavorano su supplenze temporanee. E il danno per un docente precario in questa situazione è notevole: oltre alla mancata acquisizione stipendiale, un anno di lavoro perso significa non acquisire 12 punti, che diventano fondamentali ai fini del rinnovo successivo delle graduatorie o della eventuale immissione in ruolo.
Le docenti danneggiate dal bug telematico si sono anche rivolte a sindacati e a legali: “ma per il momento – ha detto la maestra intervistata – non abbiamo avuto una risposta nemmeno da loro”. Non resta che sperare nelle Mad.
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