In questi giorni Roberto Vannacci, il generale salito agli onori della cronaca per le sue posizioni decisamente controcorrente e discutibili bollate come razziste, sessiste e omofobe contenute nel suo libro “Il mondo al contrario” è stato assegnato ad un nuovo incarico nelle Forze Armate.
Vannacci, come riporta Fanpage.it, da ora in poi ricopre il ruolo di Capo di stato maggiore del Comfoter, il comando delle forze operative terrestri. Sono moltissime le polemiche: secondo tanti si tratta di una promozione, e ciò sarebbe inaccettabile dopo le sue uscite infelici. A sollevarsi contro ciò sono le opposizioni, mentre il vicepremier Matteo Salvini lo ha lodato e gli ha fatto i complimenti, definendolo “leale e coraggioso”.
L’autore del libro incriminato ha rilasciato ieri un’intervista a La Stampa che di certo non migliora la sua reputazione. Ancora una volta le sue parole risultano effettivamente discriminatorie e retrograde. Molte delle sue dichiarazioni hanno a che fare con la scuola e l’educazione.
Intanto Vannacci ha parlato di femminicidi: “Perché chiamare l’omicidio di una donna in modo diverso? L’assassinio di un tabacchino lo chiameremo commercianticidio? Si parla da anni di femminicidi, eppure le donne continuano a venire uccise. Il paradosso è che pensare che la responsabilità di quella che chiamiamo cultura patriarcale sia di uomini forti e prevaricatori: è il contrario. Sono gli uomini deboli a fare del male alle donne. Noi educhiamo uomini deboli, non uomini forti”.
“Quelli che ammazzano le donne sono uomini che non sanno stare da soli, che sono dipendenti da loro e che, quando temono di venire abbandonati, perdono la testa. Altro che maschi patriarcali: sono mollaccioni smidollati che abbiamo prodotto noi. Come? Abolendo le punizioni. Se un ragazzo non studia lo mandi a lavorare invece di fare ricorso al Tar”, ha aggiunto.
E, sull’educazione affettiva nelle scuole: “Penso che serva l’educazione. A essere persone forti, che i diritti se li devono guadagnare. Il primo responsabile dell’educazione è la famiglia, non la scuola. Invece del reddito di cittadinanza diamo un reddito di maternità”
“Qualsiasi cosa facciano le mie figlie devono emergere: meritocrazia e competitività mandano avanti la società. Come in Cina”, ha concluso, parlando del suo caso personale.
All’interno del libro, come abbiamo scritto, c’è spazio anche per argomenti cari alla scuola. Innanzittutto Vannacci se la prende con gli asili nido e i servizi all’infanzia: a suo avviso questi sono nati per colpa del rifiuto della figura di donna madre da parte di movimenti femministi.
Secondo il generale, inoltre, nelle scuole non si dovrebbe introdurre la carriera alias per gli alunni in transizione di genere. E, infine, ecco invece una proposta: secondo Vannacci prima di ogni ora di lezione bisognerebbe far salutare la bandiera italiana a tutti gli studenti.
Si è discusso molto qualche mese fa sulla scelta di una docente di lettere di un liceo della provincia di Brindisi, di leggere in classe il libro del generale Vannacci, “Il Mondo al Contrario”, nel corso delle ore di Educazione Civica.
“Aiuta a sviluppare il pensiero critico” questo era stato il commento della docente, riportato da La Repubblica. “Il libro consente di parlare di diversi campi, dalla famiglia alla patria, dall’ambiente all’energia, questi sono i capitoli del libro – precisa la professoressa – I ragazzi hanno la possibilità di confrontarsi con un libro dal quale possono prendere le distanze, perché per prendere le distanze da un libro bisogna leggerlo”.
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