L’accordo sulla scuola raggiunto in notturna, nel ponte tra Pasqua e il 25 aprile, ha creato immediati “mal di pancia” tra i sindacati degli altri comparti pubblici.
“Non ci sono lavoratori di serie A e lavoratori di serie B: tutti i dipendenti pubblici attendono il rinnovo del contratto. Il premier Conte ci convochi: il personale della P.a tutto merita risposte”, hanno scritto in modo congiunto, poche ore dopo l’intesa raggiunta a Palazzo Chigi e la sospensione immediata dello sciopero programmato per il prossimo 17 maggio, le sigle Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa.
Tutti i lavoratori pubblici, spiegano, “attendono, al pari, il rinnovo del contratto. Che il governo, invece, si impegni a trovare solo risorse per la scuola è segno della scarsa attenzione che il ministro Bongiorno ha per il confronto”.
“Da mesi – continuano Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa – chiediamo di avviare un confronto sulle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni, sulla legge delega di riforma della P.a e sul rinnovo dei contratti, ma non vi è stata alcuna risposta”.
Ecco che, ribadiscono, “vista la diversa sensibilità dimostrata dalla presidenza del Consiglio sul tema, chiederemo un incontro al presidente Conte perché tutto il personale della P.a merita risposte”.
In ogni caso, sottolineano le categorie del pubblico impiego, “l’8 giugno riempiremo Roma per la manifestazione #futuroèpubblico con la rabbia e le rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori che chiedono certezza e non impegni generici, o peggio la denigrazione facendo passare l’idea che siano tutti fannulloni, svalorizzando il loro lavoro”.
A rispondere alle lamentele dei sindacati è stato, con immediatezza, il portavoce del ministro della P.A., Giulia Bongiorno, il quale ha dichiarato che il ministro “è già al lavoro per trovare risorse aggiuntive e ulteriori per il rinnovo dei contratti collettivi per tutto il settore pubblico. Ciò che è stato fatto per la scuola potrà avere, secondo l’auspicio del ministro, un seguito per tutti gli altri settori”.
“Mai in passato era stato fatto così tanto in così poco tempo, con provvedimenti mirati e con risorse già stanziate, per la pubblica amministrazione”, ha ancora detto il portavoce.
“Stupiscono, dunque, le lamentele dei sindacati che da mesi interloquiscono sistematicamente con gli uffici del gabinetto del ministro Bongiorno, con i quali è costante un sereno rapporto di dialogo e confronto”, ha spiegato l’addetto del titolare di palazzo Vidoni.
“La straordinaria attenzione riservata dal ministro Giulia Bongiorno al settore pubblico è documentata dalle risorse stanziate nell’ultima legge di bilancio, per il triennio 2019-2021, per la contrattazione collettiva nazionale dei dipendenti pubblici e per i miglioramenti economici del personale in regime di diritto pubblico”, ha concluso il portavoce.
Nella giornata del 24 aprile è giunta anche la contro-replica dei sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa: “Desta un certo sconcerto – hanno fatto sapere – leggere una piccata risposta del portavoce del ministro Bongiorno a quanto oggi da noi dichiarato, visto che come Cgil Cisl e Uil abbiamo chiamato in causa direttamente il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, né il ministro e né tantomeno il suo portavoce”.
E ancora: “ci sconcerta il riferimento alle risorse per il contratto che ad oggi sarebbero pari a 22 euro lordi pro capite: un’offesa per le lavoratrici e per i lavoratori pubblici”.
“Ricordiamo al ministro, e al suo portavoce, che esaurire il confronto con le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori attraverso la struttura tecnica del ministero della Pa non è indice di rispetto del confronto e della dovuta interlocuzione con la rappresentanza sociale”, hanno concluso le sigle Confederali.
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