L’accordo sulla mobilità permetterà solo ad una minima parte dei docenti di avvicinarsi: gli altri rimarranno al Nord, con 1.300 euro al mese chissà ancora per quanto tempo.
A sostenerlo è Francesca Marsico, portavoce dei Nastrini rossi pugliesi, all’indomani dell’intesa politica raggiunta Viale Trastevere tra Miur e sindacati sui trasferimenti di sede del prossimo anno scolastico.
Per la portavoce dei Nastrini Rossi pugliesi c’è poco da esultare, perché “la mobilità che si profila all’orizzonte, dati i numeri, permetterà il rientro di un numero minimo di docenti e permarranno nel tempo le enormi situazioni di disagio esistenziale ed economico (1.300 euro mensili per vivere al Nord e mantenere la famiglia al Sud sono davvero pochi) dei docenti costretti a lavorare lontanissimo dai loro luoghi di residenza in cui, va ribadito, i posti ci sono: lo dimostrano i verbali delle convocazioni andate deserte per gli ulteriori posti in deroga”.
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A livello generale, secondo Marsico l’accordo politico raggiunto al Miur costituisce “solo un primo passo verso un riequilibrio della situazione l’accordo politico per la mobilità che sancisce la deroga al vincolo triennale concessa a tutti i docenti a prescindere dall’anno di immissione in ruolo”.
Anche l’anno prossimo, sottolinea la docente, “resteranno ancora due categorie di docenti distinti, i titolari su ambito e i titolari su scuola”.
Marsico ricorda anche che “migliaia di noi non hanno potuto fare rientro con le assegnazioni provvisorie annuali e ora sono costretti al confino nelle scuole del Nord o a restare a casa al sud in aspettativa non retribuita“. Aspettativa, ricordiamo, che però non potrà essere replicata.
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