Politica scolastica

Intimidazioni a scuola al posto delle libere espressioni democratiche?

Occupazioni delle scuole? Ormai, secondo tanti osservatori, appare chiara la volontà politica di questo governo di instaurare un clima di intimidazione nei confronti di chi protesta, risolvendo in modo autoritario la relazione educativa tra le varie componenti dell’istruzione. 

Su questo versante, sembra inoltre che gli studenti stiano dibattendo in maniera serrata pur non avendo interlocutori con cui confrontarsi e rimanendo dunque inascoltati, seppure le garanzie alla partecipazione democratica e alle scelte e alla conduzione complessiva degli Istituti siano in qualche modo sancite dai “Decreti delegati del 1974” con gli organi collegiali elettivi e rappresentativi di tutte le componenti: alunni, genitori, insegnanti.

Lamentano infatti gli studenti anche la ripresa, senza sconti per nessuno, di un controllo autoritario e repressivo della dirigenza nei loro confronti, tarpando qualunque sospiro di dissenso e una pur live proposta di cambiamento, rendendo quindi quasi del tutto scaduti le garanzie democratiche sancite dai Decreti delegati. In altre parole, si tratterebbe di un evidente paradosso, rappresentato da una regressione “politica” nell’acquisizione dei diritti piuttosto che di un avanzamento culturale, democratico e rappresentativo.

Se tuttavia è vero che col tempo gli organi collegiali avrebbero perduto la loro forza di attrazione sul pianeta istruzione, per tanti studenti il governo della scuola, più che avere come perno il Consiglio di Istituto, avrebbe invece sempre il dirigente che in qualche modo approfitterebbe del disinteresse, purtroppo mortale, della componente genitori e del loro possibile controllo democratico.

Anche da qui allora il disagio degli studenti che lamentano un ritorno colpevole alla gestione verticistica della scuola, così come si presentava prima dei decreti delegati e prima ancora del grande moto riformatore delle lotte studentesche del “68, quando si capì pienamente che la fabbrica dell’istruzione funzionava solo perché c’erano gli studenti a mandarla avanti e dove era compreso pure lo stipendio del prof, possibile solo grazie alla loro presenza in classe.  

Pasquale Almirante

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