La mozione sull’abolizione dell’insegnamento della religione cattolica pone un giusto problema, ma rivendica una soluzione improponibile. Lo Stato italiano è laico e quindi non può privilegiare nessuna religione, anche se la maggioranza della popolazione è cattolica.
Nella realtà attuale dove ci sono immigrazioni di massa e bisogna convivere con altre religioni e tradizioni, è certamente arcaico l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole. Vero è che l’insegnamento è facoltativo, ma l’ora alternativa di religione è di difficile attuazione pratica, a meno che non si mette la religione cattolica all’ultima ora di lezione e si consente allo studente che non si avvale dell’insegnamento di andarsene a casa. Questo però si può fare alle superiori con alunni maggiorenni, non alla primaria e alla scuola media. Addirittura è previsto l’insegnamento della religione cattolica alla scuola dell’infanzia! Non che sia contrario a detto insegnamento, ma dovrebbe svolgersi nelle chiese, concordi i genitori.
Chiedere di sostituire la religione cattolica con l’educazione civica appena introdotta è impossibile, cozzerebbe contro il Concordato come hanno fatto rilevare alcuni.
Occorre rivedere il Concordato e proporre l’insegnamento della “storia delle religioni”, nessuna esclusa. Credo che lo stesso Papa Francesco possa essere d’accordo, perché ritiene Dio unico, anche se viene venerato in modi diversi.
Per quanto riguarda gli insegnanti di religione, non perderebbero il ruolo, ma con un corso di aggiornamento specifico svolto dalla Stato diverrebbero insegnanti di storia delle religioni. Ovviamente non dovrebbero essere più nominati dai vescovi.
Eugenio Tipaldi
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