L’atto di indirizzo della Ministra dell’Istruzione per il 2021 ha proposto, per la prima volta, il middle management, ma cos’è?
Il management è l’insieme delle azioni poste in essere per raggiungere mete e obiettivi organizzativi attraverso la combinazione e la valorizzazione di tutte le diverse risorse presenti nella scuola permettendo loro di poter collaborare ponendosi in modo diffuso nella struttura intermedia tra vertice e operatori scolastici e stakeholders presidiando tutti i processi organizzativi sul piano operativo.
In questa prospettiva, spetta al middle management la funzione di integrazione tra la rigidità delle norme e la discrezionalità dei singoli, tra l’immaterialità degli obiettivi e la concretezza delle azioni per conseguirli, tra il mantenimento dello status quo e l’innovazione, tra l’azione individuale e quella collettiva.
Lucia Azzolina, nel suo Atto di indirizzo, ritiene necessario regolamentare e riconoscere contrattualmente e giuridicamente il personale della scuola che, per passione, competenza, deontologia e motivazione intrinseca, dedica la propria creatività professionale al fine di svolgere compiti assegnati dalla Dirigenza scolastica per la gestione efficiente ed efficace di un’organizzazione complessa come è diventata la scuola dell’autonomia.
Organizzazione complessa, nelle finalità, in quanto deve soddisfare diritti costituzionalmente riconosciuti come il diritto all’apprendimento e al successo formativo delle studentesse e degli studenti.
Complessa in quanto è un’Istituzione autonoma che deve cooperare, per raggiungere le sue finalità con altre Istituzioni autonome (Enti locali, Aziende Sanitarie locali, Famiglie) con le quali creare quelle sinergie utili per la qualità della scuola.
Complessa, anche, per le dimensioni organizzative in quanto ogni Istituzioni scolastica, colpa un dimensionamento “selvaggio”, attualmente, opera con 1200 studenti e rispettive famiglie, con diversi Sindaci, con collegi di un centinaio di docenti.
Per un’efficace gestione di questa complessità, negli anni, si è cercato di creare un middle management, prima con la creazione delle funzioni obiettivo diventate poi funzioni strumentali e, recentemente, con la Legge 107 del 2015 assegnando al Dirigente scolastico, ai sensi del comma 83, la possibilità di poter disporre di uno staff, sino al 10 per cento dei componenti il collegio docenti, completando così un percorso che già la Legge n. 59 del 1997 aveva individuato come necessario per dare gambe all’autonomia delle Istituzioni scolastiche.
La formazione e la partecipazione progettuale del middle management alla qualità del servizio è diventata indispensabile con l’autonomia delle Istituzioni scolastiche che ha aperto spazi organizzativi che riguardano le varie funzioni interne alla scuola, con riferimento ai servizi forniti e alle progettualità generali, che prefigurano spazi da gestire con modelli adhocratici che sono opposti a quelli burocratici.
Tutte le moderne teorie sul management fanno riferimento, sia pure con concezioni e approcci diversi, alle interazioni strutturali tra le varie parti dell’organizzazione, alle influenze dell’ambiente, alle relazioni dei soggetti coinvolti e ai loro ruoli, anche se gli sviluppi più recenti insistono sulle variabili soft, quali il benessere, il clima, l’empowerment, la leadership, il sensemaking, l’apprendimento organizzativo.
Dovremmo, di conseguenza, avere davvero il coraggio di ripensare la scuola coniugando lo sviluppo organizzativo con lo sviluppo professionale, l’efficienza con l’efficacia, il management diffuso che ben si concilia con una leadership diffusa.
L’art. 21 della stessa legge istitutiva dell’autonomia dell’Istituzione scolastica, accanto all’assegnazione della dirigenza scolastica ai capi d’istituto, aveva previsto al comma 16 la necessità di una diversa “articolazione della funzione docente”. Questa previsione soddisfaceva sia le esigenze di un’organizzazione complessa che punti al successo formativo, sia il giusto riconoscimento dei docenti di poter espletare all’interno della propria vita professionale ruoli diversi e riconosciuti giuridicamente.
In 24 anni di contrattazione sindacale non si è mai voluto affrontare o almeno discutere di un riconoscimento giuridico e contrattuale delle figure dei collaboratori del Dirigente scolastico, dei componenti lo staff, dei responsabili di plesso e preposti alla sicurezza, degli animatori digitali e team per il Codice Amministrazione Digitale, dei coordinatori di classe, dei responsabili di dipartimento, dei responsabili della progettualità sollecitata dal Ministero e dall’Europa, dei docenti incaricati di svolgere funzioni strumentali, dei docenti tutor per l’alternanza scuola lavoro e dei docenti neo-immessi, dei docenti referenti per l’inclusione, per il cyberbullismo, dei docenti mentori per il Progetto Formativo Individuale previsto dall’art.4 del Decreto Legislativo 61 del 2017 sulla formazione professionale.
Per il middle management ci si è limitato a flebili riconoscimenti economici che, più che incoraggiare, spingono i docenti a disdegnare, pur avendone interesse, agli appelli della dirigenza di assumere queste funzioni importanti.
Nell’atto di indirizzo della Ministra per il 2021, oltre al riconoscimento giusto ed opportuno del ruolo del middle management e della necessità di arrivare ad una definizione per legge e tramite il contratto dello stesso, ha previsto che la selezione dei futuri Dirigenti scolastici prediliga o sia limitato ai componenti del middle.
Questa ipotesi ha scatenato nelle varie comunità di pratiche dei docenti commenti variopinti, retropensieri e atteggiamenti di disapprovazione che, purtroppo, si riscontrano nell’ultimo decennio di fronte ad ogni novità.
È opportuno, invece, assumere atteggiamenti professionali di confronto e di dialogo e sollecitare il Ministero e le Organizzazioni Sindacali ad affrontare e trovare soluzioni che garantiscano il merito e l’impegno dei docenti che si impegnano a dedicare tempo e passione per migliorare la propria scuola prima come docenti e poi anche come Dirigenti scolastici.
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