Invalida al 100%, l’Usr di Napoli le nega l’iscrizione alle superiori perché maggiorenne
Il diritto allo studio di uno studente disabile si esaurisce con la maggiore età? A questa domanda dovrà dare una risposta motivata il giudice a cui il legale di una ragazza del napoletano, invalida al 100%, presenterà presto ricorso: la giovane, che ha superato i 18 anni, si è vista infatti negare l’ammissione alle superiori – nello specifico presso la prima classe del liceo “Seneca” di Torregaveta, una frazione del Comune di Bacoli (Napoli) – dall’Ufficio Scolastico regionale. Secondo l’Usr, la ragazza, che lo scorso giugno ha completato l’iter delle scuole medie, non avrebbe diritto a frequentare la scuola superiore perché “non è possibile concedere assistenza ai disabili maggiorenni”.
Il rifiuto non ha però fermato la famiglia di Jessica, che si sta battendo per risolvere la questione producendo documentazioni e consulenze sullo stato di salute della ragazza e sulla sua ferma volontà di proseguire gli studi. Gli sforzi della famiglia, tuttavia, finora risultati vani. L’Usr sembra irremovibile nella sua decisione. Mentre da parte dell’istituto, fanno sapere gli stessi famigliari, ci sarebbe la disponibilità ad accoglierla. Non è nostra intenzione entrare nel merito della diatriba. L’unica cosa certa, però, è che in Italia vi sono tantissimi giovani che hanno superato i 18 anni e che sono regolarmente iscritti ad un corsi di istruzione superiore. La causa del diniego, probabilmente, è un’altra… Sul caso è prontamente intervenuta, chiedendo un intervento urgente del direttore scolastico regionale, la deputata del Pdl Giovanna Petrenga, che sta seguendo il caso insieme al coordinatore regionale Francesco Nitto Palma. “La storia di Jessica – sostiene Petrenga – é semplicemente agghiacciante. Invalida al 100 per cento, si é iscritta nei mesi scorsi al liceo scientifico ‘Seneca’ di Bacoli, ma pochi giorni fa l’istituto ha comunicato alla famiglia che, in virtù di una circolare, a quanto pare emanata dall’Ufficio Scolastico Regionale, la scuola non può mantenere l’iscrizione della ragazza in quanto maggiorenne”. “Il risultato – dice ancora la deputata del Pdl – è che Jessica non potrebbe più frequentare la scuola, in spregio ai diritti garantiti dalla Costituzione. Non a caso alcune sentenze della Corte Costituzionale – conclude Petrenga – affrontano l’argomento e tutelano il diritto allo studio. Chiediamo una risposta tempestiva al Direttore scolastico regionale”.