I risultati dei Test invalsi 2022 sono stati resi noti all’inizio di luglio, come abbiamo ampiamente riportato, facendo alzare, come praticamente ogni anno, un polverone. Dai dati presentati dall’Invalsi alla stampa, emergono profonde disparità tra la preparazione degli studenti del Nord Italia e i loro compagni del Sud.
Questi ultimi, secondo i risultati, anche se eccellenti raggiungono comunque livelli di competenze inferiori rispetto al Nord. Il Sinalp di Palermo non vede assolutamente di buon occhio una lettura di questi dati che vuole l’Italia Meridionale ancora una volta fanalino di coda dal punto di vista culturale e scolastico.
Andrea Monteleone, segretario regionale della Confederazione Sindacale Nazionale Autonoma dei Lavoratori e dei Pensionati, insieme ad ANIA, come riportato da NewSicilia, parla di “cultura nordcentrica che non riesce ad accettare che i ragazzi del sud all’esame di Stato ottengano più lodi e voti più alti rispetto ai ragazzi che frequentano le scuole del nord“.
Monteleone si riferisce al divario tra i dati emersi dai Test Invalsi e i voti della maturità 2022 che abbiamo subito notato. Sono moltissimi i cento e i cento e lode ottenuti al Sud: ciò contrasta in toto con l’indagine Invalsi. “Tutte le volte che qualcosa o qualcuno al Sud vince, deve esserci per forza un imbroglio, e la cosa assume i contorni di una strana fattispecie di atteggiamento razzista anche se nessuno, ovviamente, ha il coraggio, o meglio la dignità di ammettere“, questo il duro commento di Monteleone.
Secondo il sindacato si tratta di esami inutili in quanto non tengono conto delle disparità sociali ed economiche del nostro Paese alimentando, anzi, il pregiudizio che vuole l’Italia Meridionale arretrata: “A cosa servono questi test, ipotizzando che siano buoni e giusti, se fin dalla loro istituzione certificano una condizione che dai risultati ottenuti non è mai cambiata? Ma a nessuno viene in mente di andare a leggere quali siano i criteri oggettivi, validi in tutta la penisola, per assegnare la lode o un punteggio tra il 9 ed il 10 ad uno studente?”.
“Ragionando secondo il pensiero razzista del nord, decine di docenti delle più svariate materie, infatti, per poter rispettare i criteri previsti per stabilire la lode, dovrebbero – insiste il sindacato – mettersi in combutta tra di loro negli ultimi tre anni scolastici assegnando al predestinato annualmente, chiaramente in tutte le materie, il massimo dei voti. Solo così facendo si può aspirare alla lode, e ci chiediamo perché mai questi docenti dovrebbero farlo? E quale sarebbe il loro tornaconto personale?”.
“Occorre ragionare sulla reale preparazione di uno studente magari senza analizzare come fattore negativo e razzista i livelli di partenza, i contesti economici e sociali, ed i diritti più o meno calpestati, come l’esiguo finanziamento dello Stato verso la scuola del sud a differenza di quella del nord, ed i preconcetti geografici diventa facile e quindi è logico e ragionevole offendere, insinuare il dubbio di truffa, verso i nostri ragazzi che magari vivono in contesti urbanistici e sociali di grandi difficoltà e degrado economico e con tutto ciò riescono ad emergere“, conclude il Sinalp.
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