Nel corso della scorsa estate si è discusso lungo degli ultime rilevazioni condotte da Invalsi, pubblicate il 5 luglio. Tra i dati emersi più preoccupanti il fatto che un alunno su due esce dalle scuole superiori con competenze matematiche insufficienti. Si è fatta luce anche sulla questione dei divari tra studenti del Nord e del Sud, facendo un punto su dispersione scolastica implicita e esplicita.
A mesi da questi esiti, proprio in un momento in cui non si fa altro che parlare di merito, sono stati condotti degli approfondimenti sugli studenti eccellenti, secondo quanto emerso dai dati. Come riporta La Repubblica due ricercatori dell’Invalsi, Michele Cardone e Emiliano Campodifiori, in occasione del VII seminario Invalsi dal titolo “I dati Invalsi per la ricerca e la didattica”, concluso lo scorso 30 ottobre, hanno indagato sulle caratteristiche degli studenti dell’ultimo anno della scuola superiore dimostratisi eccellenti.
I due studiosi hanno indagato considerando come eccellenze gli studenti che nell’ultima rilevazione, quella del 2022, hanno raggiunto almeno il livello 4 in Italiano e in Matematica e il livello B2 in entrambe le prove di Inglese (reading e listening).
I livelli contemplati dall’Invalsi, precisa il quotidiano, sono in tutto cinque. Il primo livello denota competenze paragonabili a quelle attese per i ragazzini della terza media. In altre parole, anche se col diploma della scuola superiore in mano, coloro che si piazzano al primo livello, si ritrovano indietro di un intero ciclo scolastico. Coloro che sono al livello tre rispettano le competenze del grado scolastico in cui si trovano e chi si trova al livello quattro o cinque emerge per conoscenze e competenze. Gli studenti che raggiungono il quarto livello in tutti e tre gli ambiti hanno una solida preparazione.
“Una nota nell’ultimo rapporto Invalsi – scrivono i due statistici – è stata posta sugli studenti cosiddetti eccellenti: una scuola inclusiva, infatti, non può prescindere dal considerare tutti gli aspetti di uno stesso fenomeno, sia “aiutare” gli studenti in difficoltà cercando di migliorarne le abilità, sia valorizzare gli studenti particolarmente bravi; solo in questo caso si può parlare di una scuola equa a 360 gradi. Il rischio, inoltre, di concentrarsi esclusivamente sugli studenti più “deboli” è quello di limitare lo sviluppo economico e sociale del Paese”.
Cosa hanno in comune, secondo questo studio, gli studenti eccellenti? Il contesto di partenza pesa ancora parecchio sui risultati finali, anche se i libri e le tecnologie, se ben utilizzate, possono mettere in moto l’ascensore sociale.
A livello domestico possedere una libreria colma di testi fa la sua parte. Tra gli alunni che dichiarano di possedere pochi libri in casa la quota di eccellenti è pari al 2,3%. Mentre tra coloro che dichiarano di averne almeno 200 la percentuale sale di dodici volte, attestandosi al 28%.
“Per quanto riguarda il possesso di beni in casa – spiegano – è interessante rilevare che quelli più associati all’eccellenza sono ‘pc’ e ‘internet’ in primis, ‘scrivania’ a seguire. Molto più di ‘un posto tranquillo per studiare’ e soprattutto di ‘una camera tutta tua’ la quale presenza non ha nessuna influenza”.
I due studiosi hanno desunto le informazioni dal “questionario studente” e le hanno incrociate con i risultati dei quizzoni su Lettura, Matematica e Inglese. “Tra i nuovi item introdotti quest’anno – concludono i ricercatori – ‘software didattico’, ‘manuali tecnici’ e ‘opere d’arte’ sono poco associate, mentre il ‘dizionario’ e soprattutto ‘libri di letteratura classica’ lo sono in misura molto maggiore”.
La regione di provenienza degli studenti eccellenti conta eccome. In Valle D’Aosta, Trento e Friuli quasi un quarto degli studenti è fra le eccellenze (il 25%) mentre in tutte le regioni del Sud tale quota è sotto il 10%. Anche il contesto di provenienza rappresenta un handicap di non poco conto per emergere: la quota di eccellenti con Escs alto (l’indice delle condizioni socio-economiche e culturali) è il quadruplo di quelli con Escs basso.
L’indirizzo frequentato e il voto al diploma di terza media completano il puzzle. Gli studenti al top dei licei sono il 21%, trenta volte di più rispetto allo 0,7% di quelli degli istituti professionali. Ma anche l’origine dell’alunno e la regolarità del percorso scolastico giocano un ruolo. Stesso discorso per il voto di diploma della terza media: 1% di eccellenti tra quelli che hanno avuto 6 come voto finale, 48% tra i compagni che hanno avuto 10 e lode. Mentre “tra le eccellenze – si legge nella ricerca – non ci sono grandi differenze in base al genere”.
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