Fra le polemiche e le proteste che hanno accompagnato la diffusione dei dati delle rilevazioni dell’Invalsi è passata un po’ sotto silenzio la presa di posizione di tre sindacati del comparto ricerca (Cgil, Cisl e Uil) che hanno voluto ricordare che “i dati, così come i risultati delle altre molteplici attività di ricerca dell’Ente, sono il frutto del lavoro del personale dell’Istituto”.
“Un personale – sottolineano i sindacati – composto per circa un quarto da dipendenti a tempo determinato. I precari dell’INVALSI continuano ad assicurare con competenza, responsabilità e passione un contributo fondamentale a tutte le attività scientifiche, tecnologiche, amministrative, per le finalità istituzionali e per gli specifici progetti nazionali e internazionali dell’Ente. Se l’Istituto produce strumenti e dati di interesse pubblico e rilevanza scientifica sul sistema educativo per il Paese, lo deve anche al loro lavoro quotidiano”.
Da più di un mese il personale dell’INVALSI è in stato di agitazione “per il superamento del precariato, il rinnovo di tutti i contratti in scadenza e per il benessere organizzativo”.
“Le lavoratrici e i lavoratori dell’INVALSI – concludono i sindacati – esprimono preoccupazione per il proprio futuro e chiedono nuove risorse per stabilizzare tutti gli aventi diritto e prorogare contratti in scadenza nei prossimi mesi, al fine di rendere l’Ente più forte e stabile, riconoscendo e valorizzando le professionalità acquisite in questi anni”.
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