La rilevazione degli apprendimenti degli alunni svolta dall’Invalsi nel corso del 2006/2007 è costata alle casse dello Stato un milione di euro in più del necessario a causa di un errore dei vertici dell’Istituto che, nei mesi scorsi, sono stati condannati dalla Corte dei Conti del Lazio a risarcire il danno; e così, il presidente Giacomo Elias e il direttore Emanuele Garozzo dovranno sborsare di tasca loro la somma richiesta dalla magistratura contabile.
Complessa e non del tutto lineare la vicenda, dettagliatamente descritta nella sentenza n. 866 della Corte dei Conti: in esecuzione alla direttiva del ministro Moratti del marzo 2006, i vertici dell’Invalsi indissero una gara europea per la realizzazione delle attività previste (stampa dei materiali, distribuzione alle scuole, elaborazione dei dati e così via); nel frattempo, però, il ministro Moratti lasciava l’incarico che veniva assunto da Giuseppe Fioroni che faceva subito sapere che le indicazioni contenute nella direttiva di marzo dovevano considerarsi superate.
In pratica il ministro Moratti aveva previsto che la rilevazione venisse fatta in modo generalizzato, coinvolgendo cioè tutti gli alunni delle classi interessate; al contrario Fioroni intendeva realizzare l’indagine ricorrendo ad un metodo campionario.
In assenza di atti formali del Ministero Giacomo Elias e i suoi collaboratori decisero però di andare avanti.
Il 10 luglio 2006 l’Invalsi comunicava alla società Postel s.p.a. l’aggiudicazione della gara, specificando che la stipulazione del contratto sarebbe intervenuta successivamente “ salvo diversa direttiva ministeriale”.
Nelle settimane successive l’Istituto chiedeva al Ministero di avere chiarimenti, ma al tempo stesso, il 1° agosto, stipulava il contratto con Postel, per un importo di poco inferiore a 3milioni di euro.
In sede di esame degli atti la Corte dei Conti ha però fatto osservare che in diverse circostanze il ministro Fioroni aveva segnalato all’Invalsi la necessità di sospendere la gara in quanto era imminente una nuova direttiva che veniva però formalizzata solamente il 25 agosto.
A questo punto l’Istituto decideva di rescindere il contratto con Postel e lo comunicava all’azienda nei primi giorni di ottobre.
Ma Postel, a quel punto, decideva di chiedere la liquidazione delle spese già sostenute (poco meno di 1milione e 300mila euro). Nel febbraio del 2008 il Tribunale di Roma dichiarava l’esecutività della richiesta di Postel e così l’Invalsi decideva di pagare la somma.
Contestualmente scattava l’indagine della Corte dei Conti che, a distanza di due anni, ha deciso che il comportamento dei vertici dell’Invalsi è da considerarsi “gravemente colposa condannando presidente e direttore al risarcimento del danno, quantificato in 924mila euro, somma su cui va calcolata la rivalutazione monetaria.
Senza dimenticare i 900 euro di spese di giudizio (una vera inezia rispetto a tutto il resto).
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