Anche quest’anno il dato più visibile restituito dalle prove Invalsi sono i divari regionali nelle abilità rilevate dalle prove. Le isole e il Sud indietro e Il Nord più avanti. Come ogni anno. E’ il dato macroscopico rilevato anche dalle prove Ocse Pisa e dalle prove Pirls, che sono più approfondite sui livelli di competenze.
Ocse Pisa, composto dai maggiori esperti di tutto il mondo, da tempo dà anche le “cure” alla nostra malattia, e sono cure di sistema: i nidi (per agire precocemente nella prevenzione delle fragilità all’uingresso degli studenti di aree svantaggiate quali sono Sud e isole), il recupero degli ultimi oggi appaltato al “fuori della scuola” (lezioni private e terzo settore) e non al sistema nazionale d’istruzione.
Per quella che è una delle più grandi emergenze del Paese, i divari nei rendimenti scolastici nella nostra Scuola, sarebbero indispensabili un tempo scuola maggiore laddove non c’è o un’organizzazione scolastica mirata al recupero degli ultimi con azioni di sistema (compresenze, tempo pieno, diversa flessibilità interna); formazione, selezione specifica dei docenti sulle competenze professionali della scuola (s’era provato a fare ma la riforma è stata eliminata dal nuovo governo per motivi di cassa e di opportunismo elettorale).
Queste cure strutturali sono indicate da chi sicuramente ha più competenza ed esperienza, rispetto a decisori politici di passaggio che agiscono troppo spesso in base a percezioni e opinioni e non a evidenze empiriche e scientifiche, e noi queste cure non le adottiamo.
Ogni anno facciamo finta di stupirci e di lamentarcene scaricando tutto il peso delle mancate azioni di sistema (che riguardano aree emergenziali sotto tanti punti di vista del Paese) sulle istituzioni scolastiche e sul personale della Scuola, soprattutto quello che si trova ad agire in situazioni di trincea e con scarsi mezzi, gravando enormemente su quel personale o dando alibi alla parte decisamente minore di quel personale non adeguata al ruolo. Vi do una notizia: non ce la si fa.
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