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Invalsi: la scuola certifica le disuguaglianze

Resi noti dall’Invalsi i primi dati relativi agli esiti delle prove nazionali somministrate all’esame di Stato di fine primo ciclo.
Il rapporto conclusivo evidenzia molte le conferme, ma anche novità importanti.
Diminuiscono, per esempio, quelli che l’Invalsi chiama “comportamenti opportunistici” delle scuole, ovvero modalità scorrette di somministrazione dei test, frequenti soprattutto in alcune regioni del sud e che, sempre secondo i ricercatori dell’Istituto, tendono a favorire gli studenti.
In italiano le difficoltà maggiori riguardano la grammatica, mentre la comprensione del testo narrativo è stata affrontata con discreto successo anche dagli studenti con risultati complessivi più bassi.  In matematica l’area di maggiore criticità è quella relativa agli ambiti di Numeri e Spazio e figure (geometria). 
Come già lo scorso anno i risultati mostrano differenze significative tra le diverse zone geografiche.
In Italiano le regioni del nord conseguono risultati migliori di quelli medi del Paese, mentre le regioni meridionali hanno un ritardo rispetto alla media nazionale di cinque punti percentuali, nove rispetto alle regioni del Nord e circa sei rispetto a quelle centrali; ma va anche detto che al Sud esiste una grande eterogeneità di risultati.
Alcune regioni come l’Abruzzo, il Molise, la Basilicata e la Sardegna non si discostano in modo significativo dai valori medi nazionali, mentre Calabria, Campania e Sicilia mostrano ritardi decisamente più gravi.
Nella sostanza il discorso non cambia molto per la Matematica: quasi tutte le regioni del Nord hanno risultati largamente superiori alla media nazionale, le regioni centrali in media hanno risultati più elevati dell’Italia nel suo complesso (ma la differenza non è statisticamente significativa), mentre nelle regioni meridionali lo svantaggio rispetto alla media nazionale è consistente e significativo.
Ma, proprio in matematica, l’Invalsi rileva che il divario regionale si è ridotto rispetto allo scorso anno, grazie anche, per esempio, ai miglioramenti riscontrati in Campania.
Come già evidenziato in altre indagini, in matematica i ragazzi ottengono generalmente risultati migliori delle ragazze che, al contrario, sono più brave dei maschi in italiano.
Particolarmente interessanti le osservazioni che i ricercatori fanno sul rapporto fra condizioni socio-economiche del territorio e risultati degli studenti: “Dove maggiore è la diseguaglianza del reddito è anche più elevata la varianza totale degli apprendimenti dei ragazzi e la quota di quest’ultima che va imputata alla differenza dei risultati tra scuole”.
“In particolare 
– sottolineano i redattori del rapporto – alcune tra le nostre regioni meridionali soffrono tra l’altro di una alta diseguaglianza del reddito cui si associa un’ampia diseguaglianza dei risultati scolastici. Il fatto che la variabilità di questi ultimi rifletta così da vicino condizioni strutturali della società segnala che la scuola, anche quella dell’obbligo, fatica a controbilanciare le disparità d’origine degli studenti”.
Secondo l’Invalsi, insomma, il nostro sistema di istruzione non fa altro che certificare le disuguaglianze sociali e ambientali senza contribuire in modo decisivo ad un loro superamento.

Reginaldo Palermo

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