L’ondata di proteste rispetto ai test Invalsi è assolutamente legittima e motivata, alla luce del fatto che il sistema valutativo, così com’è impostato, ha troppe lacune. Noi siamo contrari a un modello a carattere aziendalistico e asettico come quello attuale, mentre al centro della valutazione dovrebbe esserci lo studente, con le sue difficoltà e le sue qualità”.Lo affermano i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura, Scienza e Istruzione. “Se con il ministro Carrozza si era stato trovato un punto di accordo, che consisteva nella condivisa volontà di rivedere il sistema, con il nuovo ministro dell’Istruzione Giannini si deve ripartire da zero. La standardizzazione dei test Invalsi, tra l’altro, inspiegabilmente si contrappone anche alle recenti direttive ministeriali, che valorizzano l’inclusione e i bisogni educativi speciali (Bes) dei singoli alunni. In maniera del tutto schizofrenica, da un lato si impone al docente di ricorrere ad una didattica personalizzata che tenga conto delle necessità del singolo ma, dall’altro, gli si richiede di sottoporre l’allievo ad una valutazione tramite test standardizzati. Tra l’altro, se oggi non c’è l’obbligo della formazione obbligatoria per i docenti che, secondo i test Invalsi, appartengono a classi negative è grazie al MoVimento 5 Stelle, che ha spostato l’attenzione sulla presenza nelle classi dei Bes per i quali, lo sottolineiamo, servirebbe una maggiore presenza di figure professionali specifiche, che comprendano anche gli insegnanti di sostegno”.
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