Quest’anno i file del famoso test INVALSI erano testati solo per excel e non per software Libre Office, obbligando i docenti utilizzati alla correzione dei test a usare o acquistare software proprietari come il pacchetto Microsoft. A tal proposito si ricorda che il M5S da sempre sostiene tutte le iniziative volte a favorire l’utilizzo di software open source, che oltre a essere totalmente gratuiti, incarnano quella filosofia di condivisione della conoscenza alla base della rivoluzione digitale che stiamo vivendo.
Lo stesso Movimento ribadiva, prima dello svolgimento delle prove INVALSI 2013, che in un’ottica di risparmio, nonché in ottemperanza all’art. 60 del CAD (come modificato dalla L. 134/2012, Decreto sviluppo), molte scuole hanno adottato programmi open source, di conseguenza già l’anno scorso si sono trovati in difficoltà con l’obbligo di dover utilizzare software proprietari come quelli Microsoft.
Pertanto il M5S chiese a chi di competenza di verificare questa problematica, e nel caso in cui fosse confermata, di fare in modo che l’INVALSI rilasci le maschere per la correzione delle prove anche per LibreOffice/OpenOffice. Oggi sembra che la proposta del M5S sia presa in seria considerazione, anche se il sistema attualmente utilizzato, con software proprietario ha garantito, a detta dell’Istituto, un tasso di anomalie bassissimo, pari allo 0,012% a fronte di oltre 140.000 classi analizzate per oltre 2.800.000 alunni.
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