Carente per la Flc-Cgil le norme per gli allievi con bisogni educativi speciali, per i quali sarà il dirigente scolastico a valutare caso per caso e decidere se l’alunno svolgerà la prova separatamente, in altro locale, con l’ausilio dei docenti o meno.
Se è carente l’approccio sull’integrazione, le promesse dell’Invalsi, dice Flc-Cgil, appaiono poco convincenti:
• prevede di restituire i risultati delle prove alle scuole già all’inizio di settembre,
• contrasterà il cosiddetto cheating (l’alterazione scorretta degli esiti delle prove da parte degli allievi e/o della scuola)
• comincerà a restituire informazioni atte a consentire alle scuole una comparazione con il proprio passato
• avvierà la costruzione di un archivio ragionato con le principali esperienze di utilizzo dei dati
• fornirà alle scuole un format nel caso volessero rendere pubblici i propri risultati.
E ancora:
• si intende lavorare a prove inseribili in un esame di stato riformato fin dal 2015 e adoperabili ai fini di orientamento e selezione nei successivi percorsi universitari (fin dal 2014)
• si definiranno prove per la lingua inglese e le competenze scientifiche nelle scuole del primo ciclo
• si transiterà verso l’uso del computer
• verrà pubblicata una “banca prove” a disposizione delle scuole per compiere proprie autonome valutazioni (e chi meglio dell’invalsi stesso potrebbe fornire i materiali del teaching to test?)
• si ripenserà la scansione temporale delle prove nel ciclo complessivo degli studi.
E di fronte a tante promesse, rimane
un atteggiamento autoritario (il regolamento è stato approvato da un governo a fine mandato)
• un’impostazione parziale e riduttiva: tutto viene ridotto alle prove e, come se non bastasse, le prove hanno grossi limiti. Al tempo stesso, il ruolo dell’Invalsi si dilata in modo invasivo a coprire ambiti non propri, ma spettanti a chi ha ruolo politico e non tecnico, oltre a svilire progressivamente dell’immagine stessa dell’autonomia scolastica
• nessuna risorsa al sistema scolastico per avviare reali processi di valutazione e autovalutazione
• un silenzio sprezzante sull’aggravio di lavoro per il personale docente e di segreteria che deve essere riconosciuto economicamente
• un’apertura sostanziale all’utilizzo “selvaggio” degli esiti delle prove in funzione di improprie e deleterie competizioni tra scuole (il cosiddetto format onnicomprensivo ci sembra una vera foglia di fico)
• si nega che le prove servano alla valutazione degli alunni mentre si mantiene la prova d’esame per il primo ciclo (che ne altera e stravolge gli esiti) e si procede con la sua introduzione anche nel secondo ciclo.
Non è davvero questa la direzione che serve alla scuola, dice la Flc, e a tal fine ha deciso nel proprio Comitato direttivo di predisporre un appello, che verrà pubblicato nei prossimi giorni, per avviare una capillare raccolta di firme tra il personale della scuola, tra gli studenti le famiglie e la cittadinanza e di proseguire il confronto con le associazioni professionali, studentesche e dei genitori che hanno sottoscritto il documento sul Regolamento sul sistema nazionale di valutazione per definire una grande iniziativa pubblica e aperta che costituisca il preludio ad una consultazione nazionale. Su tale tema verrà chiesto con urgenza un incontro con il nuovo Ministro dell’Istruzione.
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