Anche quest’anno la rilevazione degli apprendimenti svolta dall’Invalsi sta suscitando perplessità, polemiche e proteste.
A sostenere il fronte anti-Invalsi c’è, come spesso è accaduto, anche la Flc-Cgil che con un polemico comunicato del 17 aprile accusa l’Istituto di Frascati di considerare docenti e dirigenti scolastici alla stregua di “truppa di manovra” o di “ufficiali superiori”.
“E c’è da chiedersi – aggiunge il sindacato di Mimmo Pantaleo – secondo questa logica, a chi sarebbe assimilabile un collaboratore scolastico: forse a un mozzo?”
Oggetto del contendere sono le comunicazioni che l’Invalsi sta inviando alle scuole (e che per la verità non sembrano discostarsi in modo significativo rispetto a quelle degli anni precedenti).
Nel mirino della Flc c’è soprattutto la “scheda studenti e famiglie” che dovrebbe servire alle scuole per raccogliere dati sugli alunni e sulle loro famiglie (nazionalità, votazioni ottenute nel primo quadrimestre, occupazione dei genitori, orario di frequenza).
Secondo il sindacato di Pantaleo “non mancano infine le preoccupazioni riguardo il rispetto della privacy e la necessità dell’assoluto anonimato delle prove. In molti ravvisano il rischio che la rilevazione possa essere utilizzata surrettiziamente per individuare gli alunni i cui genitori possano essere sprovvisti di permesso di soggiorno”.
Le critiche all’operato dell’Istituto nazionale per la valutazione riguardano insomma anche l’impianto scientifico e metodologico della rilevazione.
Critiche che lasciano però perplessi quanti hanno avuto modo di leggere il comunicato dello stesso sindacato diramato solamente 15 giorni fa e relativo al contratto integrativo dell’Invalsi.
Comunicato in cui non solo non si mette in discussione l’operato dell’Istituto ma si sottolinea “il prestigio acquisito dall’INVALSI come ente di ricerca e i passi avanti che sono stati fatti sotto questo profilo”.
Pare insomma che per la Flc l’Invalsi funzioni un po’ a “corrente alternata”: ente prestigioso quando si tratta di tutelare le legittime rivendicazioni del personale che ci lavora oppure organismo inaffidabile quando si tratta di sostenere le altrettanto legittime proteste e/o perplessità del mondo della scuola.