Andrea Ichino, in un comunicato a sua firma apparso sul Corriere della Sera, usa un certo spirito sarcastico per spiegare che l’utilità dei test Invalsi è anche quella di “misurare” la capacità di comprendere un testo.
La scarsa misura di tale capacità, è attribuibile, secondo il prof. Ichino, a tutti coloro che hanno interpretato in malo modo, le sue opinioni sui test Invalsi e sul comitato tecnico, nominato dal ministro Carrozza, e chiamato a selezionare, tra varie candidature, il nuovo presidente dell’Invalsi.
Ichino ci tiene a fare sapere a Tullio De Mauro, esponente di spicco del suddetto comitato tecnico, che lui non ha attaccato violentemente i test invalsi, ed inoltre manda a dire al prof. Benedetto Vertecchi, altro componente di rilievo del comitato tecnico per la selezione del prossimo presidente dell’Invalsi, che lui non ha mai detto che i membri di tale comitato sono tutti pedagogisti.
Nella sua nota, che ha il tono conciliante di chi non vuole incrinare i buoni rapporti comunicativi e di scambio di opinioni, Ichino specifica che la disciplina scientifica di appartenenza (pedagogia, economia, filosofia o matematica) è del tutto irrilevante per scegliere la figura più opportuna per ricoprire il delicato ruolo di presidente dell’Invalsi.
Non si tratta affatto di una “bega di fazioni”, non esiste un posizionamento pro o contro invalsi, che attiene ad appartenenza culturali o ideologiche, esistono pedagogisti che sono favorevoli all’Invalsi, come economisti che invece sono contrari a questa tipologia di test. Quello che conta, conclude nel suo comunicato Ichino, e che dovrebbe essere annunciato in modo trasparente al Paese, è che cosa il governo vuole fare riguardo ai test Invalsi e al contributo che essi possono dare alla valutazione delle scuole. In sostanza Ichino contesta velatamente un quadro poco chiaro sul futuro dell’Invalsi e si dice preoccupato riguardo al salto di qualità auspicato ed annunciato dal professor Vertecchi. In queste righe Ichino, cercando di stemperare gli animi, in modo che non si formino fazioni su un tema centrale come quello della valutazione del sistema scolastico italiano, chiede al ministro Carrozza più trasparenza per quanto attiene il futuro dell’Invalsi. La sensazione per chi vive la scuola ogni giorno, rimboccandosi le maniche e lavorando seriamente sulla didattica e l’apprendimento dei nostri studenti, è quella che a parlare di scuola e di valutazione degli insegnanti è un’unica fazione di intellettuali che non conoscono, se non per la rigida lettura di dati distorti, la scuola reale, quella che inizia ogni mattina con il suono della campanella delle ore 8.00 e non termina mai.
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