Il 3 maggio si sono svolte nelle scuole primarie le prove dell’Invalsi (Istituto Nazionale VALutazione Sistema Istruzione). L‘Invalsi è un istituto nazionale pieno di scienziati che costa decine di milioni e ha il compito di sfornare quiz che vanno obbligatoriamente somministrati agli studenti.
In seconda elementare i bambini hanno letto un testo che parlava di canguri che vivevano in una savana con pozzanghere e cacciatori con jeep. Noi del resto i canguri li vediamo tutti i giorni. Ma il testo era fantastico, quasi una favola in cui bisognava riconoscere causalità, inferenze, conseguenzialità, … trattandosi appunto di una favola ed essendo i bambini ancora, alcuni, nella fase di identificazione tra mondo reale e il proprio io, nella maggior parte dei casi nel rispondere si sono lasciati trasportare dalla propria emotività e fantasia, mandando a farsi benedire la strutturalità e la logicità reale del testo.
In realtà l’argomento del testo era la diversità e la solidarietà tra esseri della stessa specie: accoglienza ed emarginazione. Anche qui i bambini hanno esempi sociali e famigliari che li hanno aiutato a scegliere secondo la formazione personale e non seguendo il testo alla lettera.
Anche nella riflessione linguistica arduo è stato il compito nello scegliere la categoria logica con la quale suddividere delle parole in gruppi.
Per finire, una prova di lettura facilissima in cui si doveva associare una tra quattro figure ad una parola che la indicava. Non si capisce il rapporto tra lettura di semplici parole di cose reali e la comprensione di legami logico-linguistici difficili all’interno di un testo attraverso la sola lettura.
Solo il 30 per cento circa riesce a districarsi in un simile rompicapo.
Ma è proprio necessario spendere tanti soldi ed energie per sapere quello che già si sa?
Non sarebbe più opportuno mettere l’Invalsi al servizio delle scuole e non a “valutare” le scuole?
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