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Invalsi, Uil Scuola attacca: “La valutazione è della scuola. Basta con scelte calate su docenti e studenti”

Il rapporto Invalsi 2018 ha generato un ampio dibattito. Infatti, fra i dati più rilevanti emersi c’è senza dubbio lo squilibrio Nord-Sud di cui ci siamo già occupati.

La valutazione resti nelle scuole

Sulla questione interviene anche il segretario Uil Scuola Pino Turi, che ribadisce la propria visione critica verso l’Invalsi: “balza evidente che le classi, specie al sud e nelle isole, sono composte in modo da non assicurare le pari opportunità, l’insieme dei test nulla aggiunge alla valutazione degli apprendimenti. Potremmo leggere il fatto di costituire classi con alunni provenienti da situazioni di vantaggio, rispetto ad altre al contrario più svantaggiate come una sorta di ‘chiamata diretta’ al contrario: questa volta ad opera delle istituzioni scolastiche. Un sistema inaccettabile che induce a conclusioni troppo severe e superficiali.

Per Turi, infatti, la sede della valutazione degli alunni e dell’impianto scolastico, deve rimanere sempre e solo la scuola: “la comunità educante come noi vogliamo – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola – la scuola statale, deve essere la sede della valutazione. E’ la scuola che deve valutare le diversità ed attuare un insegnamento individualizzato per sollecitare i diversi talenti presenti nella comunità”.

Per questo motivo, continua Turi, “siamo contrari ad ogni forma di scelta sia calata sui docenti, sia se rivolta agli studenti e ad ogni forma di omologazione”.

Il rapporto Invalsi

Alla rilevazione 2018 dei livelli di apprendimento degli studenti italiani delle classi oggetto delle misurazioni annuali dell’INVALSI hanno partecipato: 29.337 classi di seconda primaria (grado 2) per un totale di 551.108 alunni; 29.520 classi di quinta primaria (grado 5) per un totale di 562.635 alunni; 29.032 classi di terza secondaria di primo grado (grado 8) per un totale di 574.506 alunni; 26.361 classi di seconda secondaria di secondo grado (grado 10) per un totale di 543.296 alunni.

La Presidente Anna Maria Ajello ha evidenziato anche le novità di quest’anno appena concluso, introdotte dal Decreto Legislativo 62/2017: “Si tratta di innovazioni che hanno cambiato notevolmente la prassi delle prove e riguardano 4 aspetti:

1) la separazione delle prove dall’esame di Stato della terza secondaria di primo grado, così come richiesto dalle scuole, ma nello stesso tempo con l’obbligo per gli alunni di parteciparvi;

2) l’introduzione della prova di Inglese per il grado 5 (quinta primaria) e per il grado 8 (terza secondaria di primo grado);

3) la realizzazione delle prove al computer nel grado 8 e nel grado 10, con correzione centralizzata delle prove stesse;

4) la restituzione individuale dei risultati delle prove del grado 8 non più con punteggi, ma per livelli descrittivi delle prestazioni cognitive proprie di ciascun livello”.

IL RAPPORTO INVALSI 2018

Fabrizio De Angelis

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