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Io docente di serie B, andrò in pensione da precaria

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Andrà in pensione da precaria, dopo 36 anni di servizio, svolto quasi tutto dietro una cattedra ad insegnare inglese e francese nella secondaria. Si chiama Lucia Longo, ha 61 anni, vive a Taranto ed il suo sembra rappresentare un piccolo record: lasciare il servizio senza aver passato nemmeno un giorno con l’agognato certificato di immissione in ruolo in tasca.
Per raccontare la sua storia la docente, che condurrà fino al termine di quest’a.s. recandosi in un liceo di Laterza, a 60 km da dove risiede, ha partecipato alla trasmissione Rai “Annozero”: nella puntata del 27 gennaio ha spiegato con determinazione che vista la situazione in cui versano gli organici del personale e l’aumento esponenziale di precari il suo sarà “il primo pensionamento da precaria. Ma ce ne saranno tanti – ha specificato – che faranno la mia fine. Questa politica scolastica è fallimentare e senza senso”.
Nell’intervento l’insegnante ha spiegato che “i precari hanno gli stessi doveri dei colleghi di ruolo, le stesse responsabilità, pagano le tasse, ma poi vengono trattati come dei senza diritti: come se fossero di serie B. Facendogli firmare contratti nel miglior dei casi a 10 mesi”.
La professoressa Longo, la cui ricostruzione di carriera verrà fatta nelle prossime settimane in sede di elaborazione dei requisiti per accedere al pensionamento, ha ricordato ai telespettatori tutti i problemi di inserimento professionale che incontra chi opera nel precariato della scuola: “non si può quasi mai accedere ai progetti d’istituto, non c’è continuità didattica, i ragazzi spesso si accorgono che il docente è di passaggio e se ne approfittano, accedono a contratti nella migliore delle ipotesi a 10 mesi e per gli altri due percepiscono un’indennità”.
A fronte di questo quadro desolante, il conduttore Michele Santoro ha chiesto se c’è qualcuno (organismo, ente, rappresentante) che aiuta, sostiene e consiglia i precari. “Nessuno – ha risposto seccamente la docente, vincitrice peraltro di più concorsi di abilitazione, senza nemmeno citare sindacati – c’è solo il ‘Comitato italiano precari’ che ci consiglia e dà informazioni utili alla nostra causa”.
Poi arriva l’accusa più grande, contro quei colleghi che in più di un’occasione l’avrebbero scavalcata nelle liste di attesa contravvenendo alle regole: “durante i tanti anni di precariato sono stata spesso sorpassata – ha detto la prof.ssa Longo – da persone che hanno trovato la via più facile. Sfruttando la possibilità che in Italia le regole (per gestire un concorso ndr) sono definite ma poi cambiano in corsa mi sono ritrovata queste sopra di me in graduatoria: loro hanno preso il ruolo e io no”.