Sulla rubrica della giornalista de La Repubblica, Concita Di Gregorio, c’è spazio per la storia (amara) di Gemma, la madre di un bambino di nome Vittorio.
Ecco alcuni stralci della toccante lettera pubblicata sul sito del quotidiano
“La buona scuola per un bimbo speciale: ci hanno ingannato. La buona scuola esiste e resiste alle pessime riforme che si sono succedute in questi 20 anni. Riforme fatte da chi non si era accorto che la buona scuola esisteva già. La buona scuola resiste ai cattivi/e presidi che la gestiscono come un’azienda, con arroganza e incompetenza, spesso con basso spessore culturale. La buona scuola resiste ai controsoffitti e alle pareti che crollano e ai bagni che si allagano. La buona scuola resiste perché è fatta di maestre, dei loro sacrifici, di impegno, creatività, della loro condivisione e passione”.
“Ho il privilegio di essere la mamma di un dolcissimo bimbo affetto da una sindrome rara, che con onore frequenta la quinta elementare. È un bimbo speciale fortunato perché circondato dal calore e la competenza di ottime maestre e generosissimi compagni. Purtroppo però la buona scuola per lui non è stata mai prevista, tantomeno sostenuta”.
“In quattro anni di scuola ha visto girare intorno a sé una giostra di insegnanti di sostegno, alcuni impreparati, altri disinteressati (un bimbo speciale può essere un’ottima occasione per passare ore al telefonino, come se lui fosse trasparente). Ma esistono anche insegnanti di sostegno eccellenti e preparati che si vorrebbero mettere in gioco, che vorrebbero programmare un lavoro su lungo termine insieme alle terapiste, se solo la dirigenza scolastica e il sistema glielo permettessero”.
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“Quello che non c’è è la vera volontà del nostro sistema di far funzionare la buona scuola statale, di eliminare burocrazie spesso inutili: carte da timbrare solo per riconfermare il diritto di avere l’insegnante di sostegno, ma mai lo stesso! Oggi l’ennesima delusione: l’articolo 14 del decreto legislativo 66/2017 “Continuità del progetto educativo e didattico” non può essere applicato e pertanto «è inutile» (parole testuali di un dirigente dell’ufficio scolastico regionale consultato al telefono). La preside ha dovuto scegliere ancora una volta sulla base della fredda graduatoria, per non prendersi responsabilità!”.
“Ma qualche politico potrà vantare l’aver scritto la legge per la buona scuola e la continuità didattica! Io potrò vantare l’aver visto nuovamente la delusione e lo smarrimento negli occhi di mio figlio e di aver consigliato alla sua brillante sorella universitaria di scappare da questo Paese: un bimbo che resta indietro per colpa di una pessima buona scuola, è il segno di una società perdente, egoista, destinata al fallimento e all’imbarbarimento”.