Io non mi arrendo. Lettera aperta a Matteo Renzi

Caro Presidente Renzi,

sono una docente di Scuola Primaria che dopo aver letto e ascoltato le sue dichiarazioni, dove si parla di “ridare alla scuola il suo ruolo fondamentale e dignità agli insegnanti”, molto umilmente si permette di dirle, proprio in qualità di semplice insegnante e forte dell’esperienza maturata negli anni, di scendere in campo ancora in maniera più diretta e di chiamare una massiccia delegazione di insegnanti di tutti gli ordini di scuola per discutere della situazione tragica in cui versa il nostro sistema di istruzione…mi scusi ma non se ne può più di tante parole e pochi fatti.

Ogni giorno tanti docenti svolgono il loro dovere in condizioni di vero disagio…abbiamo un F.I.S. ormai ridotto al minimo, stipendi da fame, classi che scoppiano, supplenti che mancano, compresenze scomparse, scuole date in reggenza, scuole dimensionate, collaboratori scolastici che sono messi peggio di noi, sicurezza in bilico, genitori che chiedono e così via…

Ogni giorno dobbiamo sopravvivere. Mi sembra, se davvero si vuole garantire un futuro dignitoso sia agli insegnanti che alla scuola italiana, che sia giunta l’ora di intervenire in maniera efficace e con determinazione.

Solo gli insegnanti e tutti coloro che operano nel mondo della scuola sono in grado di denunciare il vero stato in cui essa si trova.

Se alla scuola deve essere riconosciuto il suo ruolo fondamentale, che è quello di “Educare e di Istruire” per formare “I cittadini di domani”, è importante che ci siano le condizioni per poterlo fare.

Proprio per il rispetto che ho dei miei alunni e del mio lavoro non mi sento più di lavorare in queste condizioni. Amo il mio lavoro e lo faccio con passione ma pretendo che siano riconosciuti i miei diritti e quelli dei miei alunni, ridare dignità  alla scuola è fondamentale per poter cambiare il nostro futuro.

La prego non lasci tutto al caso, ma si impegni affinchè tutto questo non sia solo una speranza ma possa diventare una realtà!

Credo di aver espresso il disagio di molti miei colleghi, anche se sono consapevole che questo mio intervento “lascia il tempo che trova”…ma almeno mi resta la soddisfazione di aver detto quello che penso! 

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