Il precariato è stato senza dubbio protagonista principale dell’iniziativa “Dillo al Ministro“, con tutte le categorie che hanno esposto il proprio disagio e le richieste di stabilizzazione. Ecco la riflessione di una lettrice a tal proposito.
Sono una persona che lavora a scuola con i ragazzi, trasmettendo loro conoscenze di inglese. Non oso più nemmeno dire che sono una docente per il modo in cui veniamo trattati e che peggiora di anno in anno, basti veder cosa si pubblica sui social a riguardo.
Faccio parte della cosiddetta Terza Fascia (la serie B!) e ‘insegno’ dal 2006. Ho lavorato ogni anno e sempre full-time. Per tre anni, dal 2008 al 2011 presso una scuola privata (corsi di recupero in una scuola parificata) dove mi sono stati fatti i certificati di servizio per la mia classe di concorso e dove avevo anche i contratti che ho sottoposto all’Ispettore del Lavoro e che erano stati giudicati corretti.
Bene, il Provveditorato agli Studi non mi ha riconosciuto il servizio e così non ho potuto accedere al PAS del 2013. Ho provato ad accedere alla SSIS, l’ultimo nel 2007 a Venezia, ma non sono passata. Ho passato russo, dove non sono particolarmente brava e non ho passato inglese che so invece perfettamente avendo tra l’altro vissuto nel Regno Unito per diversi anni. Sono andata avanti. Ho fatto il concorso in Veneto nel 2012, dove ho chiaramente passato la prova preselettiva ma non ho passato la prova scritta anche in questo caso sono andata avanti.
Ho partecipato al TFA 2012 e non l’ho passato, molto delusa perché quell’anno era uscito un pasticcio generale, diverse risposte erano ambigue, ma sono andata avanti comunque.
Ho partecipato al TFA 2014 e non ho passato le prove scritte, molto arrabbiata questa volta ho deciso di approfondirne i motivi. Bene, è iniziato così un calvario perché nessuno tra sindacati, provveditorato di Udine e università di Udine mi ha appoggiata in questo legittimo intento. Ho chiesto quindi un accesso agli atti e ho scoperto come erano state fatte le correzioni.
Dopo diverso tempo ho ricevuto una risposta alle tante mail inviate ed era dal MIUR che mi consigliava di rivolgermi alle autorità locali (le forze dell’ordine), segnalando quanto emerso dall’accesso agli atti. E così ho fatto. L’indagine è tuttora in corso.
Questo è quanto può succedere – nella mia esperienza – ai concorsi. Nel momento in cui ho voluto approfondire il meccanismo, ho potuto constatare che la valutazione delle prove era ambigua, senza precise griglie di valutazione e con medesime risposte considerate giuste per un candidato e errate per un altro. Posso aggiungere che a scuola capita regolarmente di venir trattati molto male da alcuni colleghi che si considerano evidentemente di una razza superiore per il semplice fatto di essere di ruolo o essere abilitati e di conseguenza anche l’attività in classe con gli alunni ne risente perché i ragazzi percepiscono questa mancanza di rispetto e vi si adeguano.
Ora, dopo aver contribuito a garantire per anni al sistema scolastico la presenza di docenti per portare avanti il balbettante mondo della scuola italiana, con quanta gioia noi insegnanti di terza Fascia apprendiamo che c’è bisogno di nuove energie (sangue giovane …) e che di noi si può pure fare a meno?
Come si può definire “incapaci” persone che hanno imparato il lavoro del docente sul campo, coprendo annualmente spezzoni di insegnamento, facendo la spola tra più scuole nelle località più lontane? Perché a noi viene negato quanto invece è stato garantito fino all’ultimo TFA 2014 – quello dove ho segnalato delle irregolarità – grazie al quale molte persone hanno ottenuto la cattedra senza un concorso o una prova preselettiva?
Io spero che vi rendiate conto della realtà della scuola, prima di fare un altro grosso errore visto che di errori ne sono già stati fatti una grande quantità.
Per far sentire la propria voce la Tecnica della Scuola ha aperto un gruppo Facebook dove esprimere il proprio pensiero. (CLICCA QUI PER PARTECIPARE).
Per partecipare alla nostra iniziativa e far sapere le priorità e le vostre idee per la scuola italiana, potete anche scrivere a caroministro@tecnicadellascuola.it.
Le vostre proposte saranno pubblicate anche sul nostro sito.
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