Una docente scrive al presidente del Consiglio, Matteo Renzi e racconta di odiare l’estate a causa della sua condizione di precaria.
“Buongiorno presidente del Consiglio, le scrivo per informarla che anche quest’anno, come da circa 30 anni, soffro l’estate a causa dello stato di precarietà della mia attività di docente”.
Così Ada Maria Audenino, professoressa di scienze di Pino Torinese, che dal 1985 – come racconta ‘la Repubblica’ – passa una parte consistente della bella stagione sempre allo stesso modo: andando in cerca di una cattedra per l’anno scolastico successivo.
E quest’anno andrà anche peggio: “Mi toccherà produrre l’ennesima domanda per poter rientrare nella fase nazionale, con il rischio di insegnare lontano da casa alla veneranda età di 53 anni”.
Dopo anni passati nel limbo delle graduatorie a esaurimento, per lei quest’anno potrebbe essere giunto il grande momento dell'”immissione in ruolo”, cioè dell’assunzione a tempo indeterminato.
Ma la variabili sono tante. Ci riuscirà? La tentazione di mollare tutto è forte, ma ama il suo lavoro e non vuole abbandonare il suo sogno: “Amo il mio lavoro e non saprei farne un altro. Il giudizio è condiviso anche dai miei allievi e dalle loro famiglie. Ma allora perché è così difficile poter insegnare? Scusi lo sfogo, ma penso sia giunto il momento di vedere riconosciuti gli sforzi di una vita di lavoro”.
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