Il cambio di Ministro non impedisce di portare alla luce delle proposte di cambiamento per la scuola. Infatti, con il gruppo Facebook Dillo al Ministro che prosegue, riportiamo altre riflessioni giunte in redazione sulla scia del successo della nostra iniziativa.
Si tratta dello sfogo di una supplente Ata che nel mese di novembre ha svolto una supplenza in una scuola. Al di là della normativa, la lettrice pone una domanda che mette in luce come spesso l’organizzazione di situazioni delicate avviene nelle scuole in maniera poco chiara e soprattutto a discapito dei lavoratori, in questo caso “dell’ultima arrivata”.
Mi hanno chiamata per una supplenza breve ata (cs) dal 18 al 29 novembre. Arrivo in questo istituto comprensivo, mi assegnano a un corridoio della primaria. Ci sono altri quattro collaboratori scolastici uomini, di cui due con ex art 7, competenti quindi per la cura personale dei disabili. Io, alla seconda supplenza, mi sento dire (dai colleghi) che devo occuparmi io del cambio pannoloni dei disabili (due ragazze di cui una non deambula, un bambino con atteggiamento fisicamente violento).
Lunedì l’ho fatto. Martedì mi trovo DA SOLA a gestire quattro cambi di disabili gravi. Insegnanti di sostegno che non entrano perché (a detta della dsga) non se la sentono. Io li cambio a mio rischio e pericolo. Con addosso miei abiti personali (e ieri sono tornata a casa sporca di materiale organico altrui).
Io non ho alcuna competenza al riguardo. Se questi ragazzi cadono sono responsabile. Se mi faccio male io è a mio rischio (anche biologico/infettivo) e pericolo.
Ho preteso di parlare con la dsga, la quale mi ha detto che i genitori delle ragazze pretendono che siano cambiate da donne. E dato che nessuno vuole farlo, tocca a me. Io lo trovo davvero assurdo. Ho contattato diversi sindacati i quali mi hanno detto che se ci sono uomini abilitati per farlo, il genere non rileva e se ne devono occupare loro quando presenti nella struttura scolastica. Come devo muovermi?
La dsga, quando ho fatto presente che conosco la normativa, mi ha detto che dovrei fare l’avvocato se sono così brava con le norme… peccato sia cascata male, dato che sono laureata in giurisprudenza. Come si permette di trattare in tal modo il personale sottoposto? Se avessi un titolo di studio inferiore mi farebbe fare qualunque cosa anche se il ccnl prevede altro?
Aggiungo che non mi sono rifiutata di cambiare questi ragazzi, l’ho fatto e lo farò qualora necessario”.
Per far sentire la propria voce la Tecnica della Scuola ha aperto un gruppo Facebook dove esprimere il proprio pensiero. (CLICCA QUI PER PARTECIPARE).
Per partecipare alla nostra iniziativa e far sapere le priorità e le vostre idee per la scuola italiana, potete anche scrivere a caroministro@tecnicadellascuola.it.
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