L’emergenza Covid-19, malgrado il diniego scontato della nostra cara Ministra, urge un prossimo imminente ripensamento, come lo stesso direttore responsabile dell’ospedale Sacco di Milano.
E poiché tutti noi docenti, e chi ruota attorno e dentro il pianeta Scuola, è da tempo consapevole, allora tra le tante idee, in merito alla modalità da suggerire, e quanto altro, una ipotesi per fare fronte alla odierna situazione pandemica e alla gestione di una DAD, potrebbe essere:
le classi QUARTE e QUINTE lezioni on line, da casa. Le classi Seconde, in alternanza, scuola e DAD da casa, e le classi Prime a scuola.
Ciò dettato dalla consapevolezza nata dall’esperienza diretta, e talvolta in trincea, che le Prime classi, le più fragili, e spesso non scolarizzate, necessitano di un approccio diretto, su ogni piano si consideri la cosa, mentre le Seconde classi, avendo già apportato un mimo di bagaglio, possono essere gestite con meno preoccupazione, se così posso dire, anche se urge anche per esse una attenzione sul campo. Le Terze classi, poi, dovendo trovarsi difronte a discipline nuove (quelle specifiche di indirizzo), ma già maggiormente stabili nel loro percorso scolastico, possono alternativamente, trascorrere il loro impegno sia da casa che a scuola. Le ultime due classi, Quarte e Quinte, possono benissimo procedere più speditamente. Sono luoghi il cui il lavoro si traduce quale consolidamento delle conoscenze acquisite.
Questo significa un minore numero di utenti in luogo dei trasporti pubblici i privati. Quindi un tampone che freni il dilagarsi della pandemia. Del resto, altrimenti, ci piaccia o meno, che senso ha parlare di distanziamento, di 6 persone al massimo in casa, di feste private abolite, o quasi, e chiusure orarie, se poi i nostri bus, treni e quanto altro mezzo di trasporto, sono colmi oltre misura di viaggiatori, spesso anche senza la mascherina da indossare?
E’ una semplice proposizione di modalità, che nasce dal vivere quotidiano in classe, e in particolare laddove le sensibilità si accompagnano a delle fragilità di natura conoscitiva, le cui forti lacune richiedono tempi e sforzi sul campo, notevoli e pazienti.
Nessuno da sacrificare. Nessun studente da immolare sula pira politica. Semplicemente buon senso e responsabilità, che oltrepassa la verità nascosta di una paura di perdere il Ministero, e magari il potere maggioritario che gestisce oggi la Cosa Pubblica.
Mario Santoro
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