Iscriversi al professionale? È una scelta intelligente

Puntare ancora su un istituto professionale o su un Cfp ha sempre un suo fondamento. Sia in chiave formativa, sia in prospettiva lavorativa. La conferma arriva dagli ultimi dati emessi dalla Cgia di Mestre proprio sulle aziende artigiane. Ebbene, nonostante la crisi abbia cancellato 58.000 aziende di questo genere, quello che balza agli occhi è che risultano in netto aumento i giovani imprenditori: “nell’artigianato – rileva l’associazione sindacale veneta – quasi un addetto su due (il 47,4%) ha meno di 40 anni”.
Sono diversi i mestieri che hanno fatto rilevare una presenza di giovani maggioritaria: si va dai parchettisti e posatori (69,4% di under 40 sul totale addetti) ai ponteggiatori (65,6%), dagli elettricisti (61%) ai parrucchieri ed estetisti (59,1%), dagli artigiani e operai dell’edilizia (58,6%) sino ai manovali nell’edilizia (58,1%) e agli idraulici (56,8%).
Risultano, invece, a rischio i vecchi mestieri manuali legati al vetro, al tessile, alle pelli, all’abbigliamento e alle calzature.
Sebbene lo stato di salute generale dell’artigianato non sia dei migliori, l’imprenditoria giovanile del nostro settore ha tenuto – ha commentato Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre – In attesa che siano disponibili i dati del 2012, dall’inizio della crisi contiamo 21.000 aziende artigiane under 40 in più. Un piccolo segnale che rafforza la nostra tesi: l’artigianato, malgrado tutto, ha ancora un futuro“.
L’indicazione, comunque, a molte famiglie è già arrivata da tempo: basta dire che negli ultimi otto anni, come riportato qualche settimana fa su questa testata giornalistica, il numero di iscrizioni ai percorsi professionali sono quasi decuplicati. Ciò che manca è ancora un efficace orientamento. Visto che in tanti, troppi, si avvicinano alle professioni che vengono più riprese dai media. Ad iniziare da quelle culinarie. Mentre scarseggiano le iscrizioni in alcuni settori. Come quello della chimica e delle imbarcazioni.
Alessandro Giuliani

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