Per gli studenti italiani non si arresta la corsa al liceo: è l’andamento che ha caratterizzato le scelte fatte negli ultimi anni dai 14enni che al termine della scuola media si iscrivono ad un corso superiore. Nell’ultima tornata di iscrizioni, concluse solo 20 giorni fa, l’incremento per i corsi superiori liceali è stato di quasi due punti percentuali. Mentre i professionali hanno perso oltre mezzo punto, confermando la débacle dell’ultimo decennio.
Il fenomeno è stato commentato, il 19 febbraio, del leader della Lega Matteo Salvini: in diretta facebook, l’ex vicepremier ha detto che “occorre rivedere il sistema di formazione italiano che si basa solo sui licei come se chi non ci va fosse un cittadino di serie B”.
La preoccupazione del segretario leghista è quella di vedere ogni anno decine di migliaia di posti di lavoro non occupati, perché da assegnare a lavoratori non preparati adeguatamente e senza le competenze necessari.
“Ci sono aziende – ha detto Salvini – che offrono posti di lavoro ma mancano le persone formate, occorre investire sugli istituti tecnici, sugli alberghieri, sui professionali per evitare un esercito di futuri disoccupati”.
Ricordiamo che in base ai primi dati elaborati dal Miur sulle iscrizioni al prossimo anno scolastico, i Licei si confermano in testa alle preferenze. Il 56,3% delle domande presentate per le classi prime della Secondaria di II grado ha riguardato, infatti, un indirizzo liceale. Un dato in crescita rispetto al 55,4% dell’anno scorso.
Gli Istituti tecnici passano al 30,8% dal 31% del 2019/2020. Calano leggermente i Professionali, dal 13,6% al 12,9%.
Va comunque rilevato che i dati nazionali non sono confermati in tutte le regioni: in quelle del Nord, ad esempio, le percentuali degli iscritti negli istituti tecnici è superiore a quella dei licei. A Roma, invece, i corsi liceali sono ormai seguiti da addirittura il 70% dei giovani.
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