Anche quest’anno il liceo fa la parte del leone per quanto riguarda le scelte delle scuole degli studenti, con il liceo scientifico ancora in testa, ma sempre più tallonato dalla “rinascita” del classico.
E i professionali? Non solo stanno a guardare, ma perdono terreno. Ma presto potrebbero cambiare le cose, dato che si tratta dell’ultimo anno con il vecchio regime: dal 2018/2019 entrerà in gioco la riforma dei professionali, che ha l’obbiettivo (difficile) di aumentare nel giro di pochi anni gli iscritti ai percorsi professionali.
A fare la differenza, oltre all’offerta formativa migliorata, sarà l’orientamento verso le famiglie, che andrà a spiegare le connessioni fra la scuola e il mondo del lavoro, nel caso si scelga questo percorso.
Per ora comunque, il liceo è la scelta più diffusa: Tra i 552mila ragazzi che, nel 2017-2018, frequenteranno il primo anno delle scuole superiori, si legge su Il Messaggero, si registra infatti una continua ascesa della preferenza dei licei, nel 53,4% dei casi e in particolare il liceo scientifico con il 15,2%, e si vede un netto calo per i professionali: negli ultimi quattro anni infatti i percorsi liceali hanno guadagnato +3,6% punti percentuali.
Rispetto allo scorso anno, il liceo classico ha infatti guadagnato lo 0,4% e l’indirizzo delle scienze umane lo 0,3%.
Continuano costanti le iscrizioni agli istituti tecnici, con il 30,4% di preferenze, con un incremento per il settore tecnologico all’indirizzo Informatica e Telecomunicazioni.
Perde anche il settore economico che ha perso lo 0,2%, tra cui è in caduta libera l’indirizzo Amministrazione e Marketing e i percorsi a indirizzo professionale con un -1,3%.
Ed ecco i dati sconfortanti dei professionali: scelti solo dal 16,2% degli studenti, il calo maggiore riguarda soprattutto l’indirizzo dei Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera che segna -0,7%.
Dal punto di vista regionale, pare che la distribuzione sia la seguente: i liceali sono localizzati in prevalenza al Centro Italia, specie nel Lazio, mentre nel Nord Est i ragazzi si concentrano principalmente sull’istruzione tecnica.
Si attende quindi l’entrata in vigore della riforma dei professionali, che aumenta di nuovo gli indirizzi portandoli da sei a undici, si legge ancora su Il Messaggero, agganciandoli alle attività economiche legate al territorio dall’agricoltura alla pesca commerciale, dall’industria e artigianato per il Made in Italy alla gestione delle acque e risanamento ambientale, dall’enogastronomia e ospitalità alberghiera all’assistenza sociale, dall’odontotecnico all’ottico.
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