Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione anglosassone, è avvenuto un calo definitivo delle richieste d’iscrizione convalidate, ed è risultato difficoltoso, specie per le famiglie meno abbienti, la ricerca di un plesso scolastico ove formare i propri figli. La crisi economica e l’inflazione stanno esasperando la sete di fondi e finanziamenti pubblici e privati accusata da un sistema scolastico già paralizzato da continue ondate di proteste, scioperi, problematiche secolari di reclutamento di personale qualificato, stipendi fermi e strutture vetuste – e talvolta – fatiscenti.
I plessi richiedono dei contributi sempre più elevati alle famiglie al fine di ingrossare il proprio portafogli con l’obiettivo di mantenere le attività didattiche e l’offerta di sport e laboratori invariate; ciò rende il sistema di iscrizioni e reclutamento un’azienda data in pasto alla privatizzazione e non un servizio. Accettare le iscrizioni esclusivamente degli studenti abbienti contribuisce alla crisi sociale in corso. Insomma, da una scuola pubblica e di tutti ad una scuola di classe.
Secondo l’analisi della BBC, un quarto delle grammar schools (scuole statali differenziate dalle superiori per l’insegnamento avanzato di discipline letterarie e latino) inglesi non accoglie studenti in situazioni di povertà assoluta e relativa, nonostante la maggior parte cerchi di migliorare le proprie politiche di ammissione rendendole più in linea con le iniziative nazionali. Su 523 grammar schools, 319 ora hanno quote o danno un’alta priorità ai bambini svantaggiati, ma l’impatto è frammentario e poco frequente. Sono in molti ad essere convinti di un mero e superficiale “sforzo simbolico”.
La preoccupazione che le grammar schools siano diventate appannaggio delle famiglie più abbienti ha portato ad un discreto miglioramento nell’ultimo biennio in termini di accessibilità ed iscrizioni. Ci sono prove che questi ragazzi siano meno prestanti rispetto a quegli alunni in aree in cui non ci sono grammar schools, solo comprensive (pertanto le secondarie da cui differiscono), sostiene un documento informativo della biblioteca della Camera dei Comuni. L’ultima analisi della BBC ha rilevato che in un quarto delle 523 scuole in oggetto, meno del 5% degli iscritti aveva diritto al sostegno premium per gli alunni, che fa riferimento a pasti scolastici gratuiti e utilizzato come misura dello svantaggio economico delle famiglie d’appartenenza.
Sono solo alcuni gli esempi di grammar schools, nelle realtà urbane che presentano elevati tassi di povertà relativa, ad aver adottato cambiamenti radicali per venire incontro allo status sociale disgregato. La grammar school King Edward VI di Birmingham è tra le poche ad aver operato cambiamenti radicali, introducendo una quota del 25% dei posti per gli alunni delle famiglie a reddito più basso. Un cambiamento raro ed inconsueto: le grammar schools si sono ampliate dal 2010, aggiungendo molti altri posti per soddisfare la domanda d’iscrizioni.
Dal 2018, 58 scuole hanno ricevuto fondi per nuovi edifici da un fondo dedicato in cambio della promessa di diventare più inclusive ed aperte alle famiglie con reddito più basso. La denuncia era rivolta alla Stretford Grammar School nella Greater Manchester, dove negli ultimi dieci anni il numero di alunni che hanno ricevuto finanziamenti d’integrazione didattica è sceso dal 24% al 15% della scuola. L’auspicio è che entro settembre un quinto degli studenti di ciascun gruppo annuale possa beneficiare del finanziamento dedicato alla mensa scolastica gratuita.
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