A pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico non dovrebbero essere molti gli studenti che hanno conseguito la licenza media ancora indecisi su quali studi intraprendere: la grande maggioranza ha deciso già a febbraio consegnando l’opzione, non vincolante, alla propria segreteria didattica. Una parte ha aspettato gli esiti degli esami. Un’altra fetta, nemmeno troppo piccola, però è ancora assalita dall’incertezza. Ed anche se la preferenza è stata assegnata questi studenti, con le relative famiglie, continuano a domandarsi se hanno fatto bene o se è il caso di fare un’altra scelta. Anche perché nel biennio iniziale delle superiori il passaggio da una scuola all’altra risulta favorito dalle cosiddette “passerelle”. Ma in ogni caso il dubbio rimane: a quale corso è meglio iscriversi?
Un’indicazione a questi studenti ancora indecisi sul proprio destino scolastico potrebbero offrirla le scelte fatte negli ultimi due anni. L’andamento più aggiornato delle iscrizioni, suddiviso per tipologia di corso, è stato realizzato dal ministero dell’Economia attraverso la “Relazione economica sulla situazione economica del Paese”, pubblicata in questi giorni.
Diciamo subito che non vi sono particolari sorprese: i licei scientifici, classici e linguistici sono quelli che fanno registrare i maggiori incrementi. “Analizzando la distribuzione di iscritti per tipo di scuola – dice il ministero dell’Economia – si evidenzia una preferenza da parte degli studenti per l’istruzione scientifica e classica con incrementi percentuali rispettivamente pari a 2,4 per cento e 1,6 per cento“. Buona la performance anche dei linguistici, che fanno registrare un +1,5%: un risultato che migliora anche quello del 2007, quando l’incremento fu dello 0,9%.
Mentre continuano a diminuire le iscrizioni negli istituti d’arte e nei licei artistici (-1,6%). Oltre che nei tecnici (-0,8%). Tengono abbastanza bene gli istituti professionali: dopo aver fatto registrare un interessante +0,7% nel 2007, nell’anno successivo hanno infatti subìto solo un lieve decremento (-0,1%). Ma rispetto alla debacle di iscrizioni della prima parte del decennio è evidente che l’interesse per le scuole professionali, che offrono immediate possibilità nel mondo del lavoro, è tornato sui livelli tradizionali. Determinante per questi ultimi due segmenti dell’offerta formativa, tecnici e professioni, che è bene ricordare assorbono due studenti delle superiori su tre, sarà l’iter della riforma della secondaria superiore su cui nelle prossime settimane cadranno i pareri degli organi istituzionali preposti.
In flessione, anche se sempre di carattere positivo, risulta poi l’interesse per gli istituti magistrali: le opzioni nei loro confronti sono passate dal 2,3% del 2007 all’1% del 2008.
Per quanto riguarda gli altri livelli scolastici il quadro numerico delle iscrizioni non ha fatto registrare particolari scostamenti. Mentre continua imperterrita l’ascesa del numero degli alunni con cittadinanza non italiana: 70.000 in più in un solo anno. Oggi in Italia si contano “574mila studenti – dicono dal ministero dell’Economia – pari al 6,6% del totale degli iscritti. La presenza più forte è ancora nei livelli inferiori di scolarizzazione (il 37,8% sono iscritti nella scuola primaria, pari al 7,7% del totale delle iscrizioni), ma si sta ampliando anche in quelli più alti: 7,3% nella secondaria di 1° grado e 4,3% nella secondaria di 2° grado“. Ormai la presenza in classe dei ragazzi non italiani, anche se destinati a diventarlo poiché sempre più spesso nati nel nostro Paese, sta diventando una costante in tutti i cicli scolastici.